Premio ambientalista dell’anno 2021: i finalisti del premio promosso da Legambiente

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01Associazione I Frattimi 02Anna Giordano 03Fabio Ciconte 04Elsa Merlino 05Coopventuno 06Giuseppe Vadalà 07Carlo e Manuele Degiacomi 08Massimo Vallati

Un premio dedicato all’attivismo per l’ambiente: è questa l’iniziativa promossa ogni anno da Legambiente insieme al comitato organizzatore di Casale Monferrato, di cui si conoscerà il vincitore a dicembre. Otto i finalisti, selezionati tra le oltre 40 candidature proposte dalla giuria preliminare: ad accomunarli, le loro storie di impegno nella società civile, nel mondo dell’impresa e nella pubblica amministrazione a favore dell’ambiente, del prossimo e della legalità. Ecco chi sono.

01Associazione I Frattimi

Promuovere la tutela dell’ambiente, la diffusione della cultura e dell’arte: con questi obiettivi è nata l’associazione I Frattimi che, dal 2015, porta avanti l’impegno di Lorenzo Corioni, volontario di Legambiente di Erbusco (in provincia di Brescia), morto a soli 23 anni. Tra le iniziative curate dall’associazione, “Il bosco di Lorenzo”: un progetto che prevede la messa a dimora di alberi che dalla cittadina bresciana e dai comuni vicini si sta estendendo a tutta la Lombardia.

02Anna Giordano

Anna Giordano aveva 15 anni quando vide i bracconieri uccidere molti rapaci: da 25 anni lavora nel Wwf per contrastare questo fenomeno che in Sicilia colpisce numerose specie, migratorie e non. Giordano ha fondato l’Associazione mediterranea per la natura, che si occupa di antibracconaggio e di un centro di recupero della fauna selvatica. Il suo impegno le è valso nel 1998 il “Goldman environmental prize”, ma le è costato anche minacce e intimidazioni, portando però alla riduzione del fenomeno. Dopo 40 anni di impegno ora vede le prede dei bracconieri nidificare dove prima restavano uccise.

03Fabio Ciconte

L’attenzione verso l’ambiente e i diritti umani sono i punti di riferimento su cui si articola l’impegno del finalista Fabio Ciconte. Cresciuto in Greenpeace e in Amnesty International, nel 2008 è fra i co-fondatori dell’associazione Terra!, di cui oggi è direttore. Nel suo operato, particolare attenzione al tema del caporalato: è portavoce di “Filiera sporca”, la campagna che ha contribuito a far approvare la legge contro il caporalato, ed è anche autore di inchieste giornalistiche e reportage che hanno svelato il lato oscuro del cibo. Ha scritto “Il grande carrello – Chi decide cosa mangiamo” (con Stefano Liberti) e “Fragole d’inverno. Perché saper scegliere cosa mangiamo salverà il pianeta (e il clima)”: un percorso che mette in evidenza il legame profondo tra crisi climatica, cibo e agricoltura.

04Elsa Merlino

Giovanissima e impegnatissima: Elsa Merlino, classe 1995, studia Scienze per l’ambiente all’Università di Udine e, tra i suoi luoghi del cuore, c’è il torrente Torre, in provincia di Udine, che ospita i magredi: steppe friulane con una biodiversità ricchissima tutelate anche dalla Regione. Dopo la minaccia di uno scavo di sbancamento non autorizzato, Merlino si mobilita per impedirlo e in poche settimane ottiene il blocco del cantiere irregolare. La sua richiesta attuale è quella di istituire il “Garante del verde”, una figura a cui i cittadini possano rivolgersi per tutelare il territorio.

05Coopventuno

Cooperativa Ventuno è una start up per la rivendita di prodotti ecologici, nata da un’idea di Massimiliano Noviello e Francesco Pascale, impegnati nella lotta alla camorra: ideale su cui poggia la cooperativa, che in questi anni sta costruendo una rete centrata su economia circolare e diritti, portando innovazione e buone pratiche come ad esempio la coltivazione di cardi su terreni confiscati ai Casalesi. I cardi sono utilizzati per produrre Mater-Bi e acido pelargonico, un erbicida naturale.

06Giuseppe Vadalà

Generale dei Carabinieri forestali, Giuseppe Vadalà dal 2017 è commissario unico per le attività di bonifica e messa in sicurezza delle discariche abusive oggetto di sanzione da parte dell’Ue: una procedura da 42 milioni di euro ogni 6 mesi, ridotta oggi grazie al suo lavoro a 5,8, già costata al nostro Paese 300 milioni. Dal 2017 a oggi, con la task force dell’Arma, il generale Vadalà è riuscito a bonificare 56 discariche sulle 81 che gli sono state affidate, facendo risparmiare allo Stato oltre 20 milioni di euro all’anno. Il suo prossimo obiettivo è quello di mettere in sicurezza quelle rimanenti entro dicembre 2024.

07Carlo e Manuele Degiacomi

Padre e figlio, Carlo e Manuele Degiacomi lavorano nel campo della divulgazione, dedicandosi a tutto ciò che riguarda l’ambiente, la prevenzione e la tutela della salute. “A come Ambiente” è il nome del museo che hanno fondato e diretto per dieci anni a Torino, realizzando iniziative su sprechi alimentari e cambiamento climatico. Tra le diverse iniziativa, la realizzazione dell’aula multimediale “Amianto/Asbesto” nel liceo “Balbo” di Casale Monferrato, capace di coinvolgere gli studenti in un territorio pesantemente segnato dall’inquinamento da amianto e dalla lotta alle sue conseguenze.

08Massimo Vallati

Trasformare i campi di calcio in palestre di vita, cambiare le regole del calcio per cambiare quelle del mondo: “Calciosociale” è il progetto di Massimo Vallati, che ha dato vita al “Campo dei miracoli”, struttura realizzata grazie alla bioarchitettura. Le partite non si giocano solo in campo, ma i partecipanti si sfidano anche in attività comunitarie che contribuiscono a fare punti. Oggi Calciosociale è presente in diverse regioni italiane ed è riuscito anche a varcare i confini nazionali, arrivando in Inghilterra e Germania.

Hai scelto il tuo ambientalista dell’anno? Puoi votarlo sul sito dedicato fino al 28 novembre.

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