Salsa, recuperare “l’essenziale”: la rivoluzione valoriale che preserva le risorse

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Comunicare l’energia in maniera semplice e trasparente: è questo il passaggio fondamentale per agire in continuità con la salvaguardia del futuro del nostro pianeta. Comprendere il concetto di sostenibilità – e renderlo prioritario per le prossime generazioni – significa metterlo in relazione con un nuovo modo di guardare al territorio e di relazionarsi con esso. In questo modo, si costruisce spazio per un nuovo modello di vivibilità più attento alla qualità della vita e alla valorizzazione di risorse. L’antropologo Annibale Salsa spiega come e perché, offrendo uno sguardo privilegiato sul ruolo che i territori hanno nel realizzare un domani sostenibile e rivolto alla “durabilità” delle risorse.

Spiegare ai cittadini il processo che c’è “dietro l’energia”, partendo dalle generazioni più giovani: quali crede siano gli strumenti più efficaci per costruire un percorso condiviso verso la sostenibilità, in grado di rendere il consumatore finale consapevole?

Il tema della sostenibilità è diventato attuale con l’accentuarsi delle crisi ambientali. A seguito di ciò è stata coniata la parola “sostenibilità” o “durabilità” (quest’ultima più diffusa in Francia), al fine di porre attenzione su una pratica che nelle società rurali alpine tradizionali, a partire dal basso medioevo, veniva attuata attraverso oculati modelli di governance. Si trattava sia di regole consuetudinarie, sia di regole scritte ispirate al cosiddetto “diritto regoliero” (regolamentazione dei beni o domini collettivi come acque, foreste, pascoli) presente in quasi tutto lo spazio alpino e che, in Valle d’Aosta, è riconducibile al sistema delle “consorterie” con il suo codice di attuazione raccolto nel “coutoumier”. La filosofia alla base del modello in questione si ispira al principio di utilizzare/valorizzare le risorse riproducibili –  l’interesse ricavabile dall’ambiente naturale – senza intaccarne il capitale. Possiamo sintetizzare il tutto ricorrendo alla nozione di “limite”. Pertanto, riguardo alle nuove generazioni che hanno perduto il legame con quelle vecchie economie di sussistenza, occorre fare leva sulla necessità di comunicare il concetto di limite facendo comprendere che, se viene violato, la natura reagisce con effetti “boomerang” imprevedibili.

Come cambierà la percezione del territorio valdostano a seguito dell’emergenza Covid19 e come sarà modificato il modo di guardare alla montagna e al suo “orizzonte valoriale”?

L’emergenza Covid-19 sta rivoluzionando la percezione e la rappresentazione della realtà. In questo nuovo corso la montagna ha iniziato a giocare ruoli diversi che non sono più quelli prevalenti fino a poco tempo fa (spazio ludico). Si sta facendo strada l’esigenza di un nuovo modello di vivibilità, più attento alla qualità della vita e alla valorizzazione di risorse precedentemente sottovalutate. La percezione del territorio montano tende a concentrarsi sui valori della “essenzialità” troppo snobbati in passato. Ciò potrà avere effetti rilevanti sul cambiamento degli stili di vita. Una piccola rivoluzione valoriale tramite un loro riposizionamento strategico.

“La natura ha ripreso i suoi spazi”: è un’affermazione e un dato di fatto, verificatosi durante l’ultimo anno. Qual è il contributo che il territorio valdostano – con la natura come caratteristica predominante – può dare al futuro della comunità nazionale?

La natura tende sempre a riappropriarsi degli spazi che le erano stati sottratti. Tuttavia bisogna stare molto attenti a non avallare forme recenti di “wilderness di ritorno” in quanto queste forme di re-inselvatichimento sono la conseguenza dell’abbandono della montagna vissuta. Il fenomeno del re-wilding non può essere salutato come una catarsi.

“Le nostre Alpi sono territori antropizzati da millenni per cui il “paesaggio culturale” rappresenta la cifra più autentica del loro modo di essere. Occorre saper conciliare l’intelligente uso del territorio da parte dell’uomo con il rispetto della natura addomesticata”

Come potrebbero la transizione energetica in corso, e il cambio dello stile di vita avvenuto nell’ultimo anno, influenzare l’aspetto socio-demografico sul territorio valdostano?

La transizione energetica in corso e il cambiamento degli stili di vita potrebbero costituire un’occasione propizia per far rivivere la montagna e bloccare i passati esodi, dando nuova legittimità ad un’inedita “cittadinanza alpina”. La digitalizzazione e la diffusione della banda larga possono diventare le vere finestre sul mondo delle comunità alpine e un antidoto alla marginalizzazione.

 

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