Comunicare la sostenibilità per creare valore: how to

5 minuti
01Ridefinire mission e vision 02Consolidare l’identità sostenibile 03Attivare collaborazioni e costruire una filiera green 04Aziende green: best practice

Ambiente, etica e sostenibilità rappresentano leve di acquisto sempre più determinanti, soprattutto per le giovani generazioni. Una ricerca di PwC Italia del 2018 ha rilevato che il 39% dei nati tra il 1995 e il 2010 (Generazione Z) è disposto a pagare tra il 5% e il 10% in più per avere un capo di abbigliamento o accessori a basso impatto ambientale e sociale. Per i Millennial la percentuale è del 10%. Le informazioni che i giovani consumatori ricercano non si fermano solo all’etichetta, ma riguardano la comunicazione dell’azienda nei canali online e offline, i valori, l’identità.  Nonostante molte imprese si stiano impegnando per una produzione più sostenibile nei confronti dell’ambiente, la comunicazione su questi temi è ancora poco diffusa, mentre a fronte di un pubblico aperto al tema della sostenibilità, valorizzare la virtuosità del brand in fatto di sostenibilità è decisamente un’opportunità. Clienti e consumatori sono più informati e consapevoli, e tendono a premiare le aziende che si impegnano concretamente a favore della società e dell’ambiente. Una politica di comunicazione basata sulla sostenibilità definisce la presenza sul mercato, favorisce lo sviluppo di nuove opportunità di business e rafforza il rapporto con gli stakeholder. Ma come si comunica in modo efficace la sostenibilità aziendale? Ecco alcune indicazioni.

01Ridefinire mission e vision

Vision e mission aziendali sono due concetti distinti ma complementari. La vision identifica l’idea imprenditoriale e riguarda la dimensione delle strategie e degli obiettivi a lungo termine. La mission, invece, descrive in che modo gli obiettivi quotidiani saranno realizzati e si focalizza sul presente e sugli aspetti più pratici. In entrambi i casi, i principi di sostenibilità vanno applicati sia in termini di organizzazione immediata dell’azienda sia di risultati che questa si prefigge in termini sociali e ambientali. L’obiettivo è ottenere un impatto positivo su persone e ambiente attraverso l’applicazione del principio di trasparenza, inteso come un valore positivo da trasmettere al proprio pubblico.

02Consolidare l’identità sostenibile

Diventare un’azienda sostenibile e comunicarlo nel modo corretto permette di rendere il business innovativo attraverso soluzioni tecnologicamente più avanzate che riducano l’impatto delle attività realizzate: dal packaging al risparmio delle materie prime impiegate, passando per forme virtuose di riciclo e per il taglio degli sprechi, verso un miglioramento complessivo dell’impresa in termini di sostenibilità. Questa serie di azioni permettono di accrescere l’identità dell’impresa, aumentandone la reputazione rispetto alla sensibilità ambientale.

03Attivare collaborazioni e costruire una filiera green

Il processo di adozione di politiche green è mirato e preciso: non può essere improvvisato. Per questo motivo, occorrono una o più figure tecniche che possano studiare e applicare i processi a ridotto impatto ambientale. Da una ricerca di “Think Sustainability” è emerso che per il 92,1% degli intervistati è importante lavorare in un’azienda responsabile a livello ambientale e sociale. Un’indicazione utile è quella di entrare a far parte di un network nazionale o internazionale attraverso cui condividere le best practice, trovare partner operativi e commerciali con cui si condividono valori e principi, incrementando l’immagine e le potenzialità di mercato dell’azienda. Inoltre, è bene che gli sforzi e gli investimenti fatti abbiano un ritorno dal mercato.  Si rende quindi necessario elaborare una strategia di marketing dedicata, in grado di comunicare la sostenibilità con gli strumenti di comunicazione più idonei.

04Aziende green: best practice

I settori in cui la responsabilità ambientale si sta facendo strada sono numerosi e differenti. Un esempio virtuoso è rappresentato dal mondo della moda. Qui la sostenibilità si traduce nella capacità di produrre tessuti con fibre naturali provenienti da coltivazioni controllate e non intensive, di evitare l’utilizzo di pesticidi chimici e di ridurre le emissioni di CO2. Uno dei brand dell’alta moda più sostenibile è Gucci, con iniziative ambientali e sociali che riguardano investimenti in startup, utilizzo di tessili eco-friendly, studio di nuove fibre. Per questo è nato “Gucci Equilibrium”, un portale dedicato a illustrare e fornire aggiornamenti sulle pratiche sociali e ambientali del marchio con link diretti alle policy dell’azienda. Non solo moda green, però: la sostenibilità inizia anche a tavola. Nel settore food, per esempio, Eataly ha scelto di commercializzare esclusivamente prodotti compostabili che evitano lo smaltimento in discarica e contribuiscono alla creazione di compost di qualità. Sempre in ambito alimentari, Ferrero ha lanciato già a partire dal 2013 una serie di programmi volti alla buona gestione della sostenibilità ambientale. Obiettivo? Migliorare le condizioni delle aree rurali e delle comunità dove nascono le materie prime fondamentali per l’azienda di Alba. Da sottolineare, in particolare, il programma Ferrero Farming Values che punta a realizzare catene di fornitura sostenibili. La sostenibilità è protagonista anche nei settori bancario e finanziario: gli investimenti sostenibili stanno diventando un trend sempre più consistente sui mercati. Banca Generali, per esempio, ha lanciato la propria “rivoluzione sostenibile” mettendo in campo una serie di nuovi strumenti per creare portafogli di investimento che si concentrino sulle sensibilità legate alle tematiche ESG (Environmental, Social and Governance).

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