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Future Farming District: il più grande sito di vertical farming al mondo è italiano

4 minuti
01Cos’è il vertical farming 02Future Farming District: cosa prevede il progetto 03Quali sono i risultati raggiunti

Ricominciare “da zero” guardando al migliore dei futuri possibili: con questo obiettivo è nata Zero, l’azienda ad alto tasso di innovazione tecnologica che punta a sviluppare il più grande distretto di vertical farming del mondo. Il progetto sarà sviluppato entro il 2025 a Capriolo, in provincia di Brescia.

Ma il nome Zero potrebbe fare riferimento anche al fatto che si tratta di un progetto pilota: è il format Future Farming District, replicabile in altre località in modo smart perché propone un ecosistema circolare integrato, capace di collegare la produzione locale di energia rinnovabile a impianti di coltivazione in vertical farming di dimensioni flessibili.

01Cos’è il vertical farming

Il vertical farming rappresenta la versione più innovativa dell’agricoltura: è tecnologica, senza terra, alimentata da luce artificiale e consente un risparmio di acqua pari al 95% rispetto alle coltivazioni in terra perché utilizza i principi dell’idroponica, caratterizzata dal fatto che le piante vengono coltivate senza suolo, esponendo le loro radici direttamente a una soluzione acquosa ricca di nutrienti specifici.

Questa soluzione viene poi riciclata in un sistema a circuito chiuso, consentendo la coltivazione di ortaggi a foglia, erbe e bacche fresche in un ambiente controllato e senza luce naturale.

Il vartical farming è caratterizzato da una produzione molto più elevata rispetto alle coltivazioni in terra. I motivi? Da una parte non c’è competizione tra pianta e pianta perché gli elementi nutritivi vengono destinati a tutte le radici e dall’altra è possibile ottimizzare lo spazio, sfruttando anche quello verticale perché le piante sono disposte in contenitori su piani diversi.

Il processo rende anche la raccolta più veloce perché i prodotti sono già puliti non avendo avuto contatto con la terra e i cicli produttivi possono essere resi continui tutto l’anno grazie anche alla luce artificiale.

02Future Farming District: cosa prevede il progetto

Oltre ai numerosi vantaggi, il settore del vertical farming sta lavorando per rispondere ad alcuni nodi più problematici delle sue caratteristiche: uno tra questi è rappresentato dal fatto di essere un sistema altamente energivoro.

L’innovazione del progetto format Future Farming District sta proprio in questo passaggio: l’impatto ambientale del suo funzionamento viene ridotto drasticamente visto che utilizza direttamente l’energia rinnovabile prodotta nel sito dove le vertical farms sorgono.

Come dimostra il primo Future Farming District nel Parco dell’Oglio, che occupa una superficie di oltre 200.000 mq di un ex sito produttivo costruito nel 1900 e poi ampliato negli anni ‘50 e ’70. La posizione è strategica perché il complesso si affaccia direttamente sul fiume Oglio.

Un vantaggio essenziale visto che gli impianti di coltivazione in vertical farming sono allestiti sia all’interno dell’immobile storico sia in un’area limitrofa al sito industriale e possono contare sull’alimentazione che viene direttamente da energia pulita proveniente da un sistema di centrali idroelettriche situate sul fiume.

03Quali sono i risultati raggiunti

La produzione è stata avviata nei mesi scorsi. Conclusa la prima fase è previsto un progressivo incremento della capacità produttiva che, a completamento della fase uno, raggiungerà circa 1.300 tonnellate annue su una superficie di coltivazione in vertical farm di 31.000 mq.

Il sito sarà dedicato alla coltivazione di insalata, una selezione di erbe aromatiche e microgreens. In arrivo, anche fragole di alta qualità che saranno prodotte tutto l’anno. La rivoluzione dell’agricoltura green è pronta per essere servita in tavola.

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