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Italia best practice: il modello di gestione dei rifiuti di imballaggio è il migliore d’Europa

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01Ad ogni Stato il suo modello 02La formula italiana da primato

L’Italia registra un importante primato nel settore della sostenibilità aziendale: secondo uno studio dell’Università Bocconi di Milano commissionato dal CONAI (Consorzio nazionale imballaggi), nessuno tra gli Stati europei supera in termini di efficienza il sistema italiano di gestione dei rifiuti di imballaggio, che applica la normativa UE sulla responsabilità estesa del produttore.

I risultati registrati promuovono a pieni voti il sistema italiano sia dal punto di vista dell’economicità, sia da quello della quantità di materiale riciclato, sbaragliando addirittura 28 organizzazioni straniere.

01Ad ogni Stato il suo modello

I modelli di gestione dei rifiuti utilizzati dai Paesi della Ue sono di tre tipologie differenti, con diversi gradi di efficacia di riciclo e di efficienza economica.

Quelli utilizzati in Italia e in Francia prevedono una singola organizzazione nazionale non profit, che opera in un contesto non competitivo garantendo costi ridotti, ampia copertura territoriale ed elevata quantità di materiale riciclato.

C’è poi il modello spagnolo e belga che contempla un numero maggiore di organizzazioni di produttori che agiscono in un regime di non competizione.

Infine, c’è il modello adottato in Germania, dove oltre a una pluralità di organizzazioni di produttori è prevista anche la loro competizione a livello commerciale. In base allo studio effettuato, il modello di gestione dei rifiuti più performante è quello italiano e francese, seguito dal belga. Si attesta per ultima la scelta tedesca.

Al Belgio va però riconosciuto il merito di essere al primo posto per tasso di riciclo di rifiuti di imballaggi. Bene anche Finlandia, Cipro e Repubblica Ceca. Ma tutti questi Paesi utilizzano sistemi più costosi di quelli italiani.

Sono due le conclusioni dello studio, utili a migliorare l’approccio al modello corretto di gestione degli imballaggi: la prima stabilisce che ad alti tassi di riciclo non sempre corrispondono alti costi; la seconda suggerisce che i tassi di riciclo più alti con i costi più bassi sono il risultato di regimi non competitivi della gestione dei rifiuti.

Infine, la ricerca raccomanda di istituire un sistema di coordinamento centralizzato che intervenga a correggere i gap dei diversi modelli.

02La formula italiana da primato

Era il lontano 2005 quando l’Unione Europea ha previso per gli Stati membri il cosiddetto obbligo della responsabilità estesa del produttore nella gestione dei rifiuti degli imballaggi. Questo stabilisce il principio che chi produce imballaggi ne mantiene la responsabilità della gestione e smaltimento quando diventano rifiuti.

E questo è il compito che viene svolto nel nostro Paese da CONAI, che applica questo modello di responsabilità estesa: si tratta di un consorzio privato non profit che opera da vent’anni e riunisce produttori e utilizzatori di imballaggi.

Il suo compito è di regolare il recupero, il riciclo e la valorizzazione di imballaggi in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, bioplastica e vetro.

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