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Sostenibilità ambientale nell’identikit delle aziende resilienti: ecco i risultati di alcuni studi

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01Solidità economica e finanziaria 02Sostenibilità ambientale 03Dimensione internazionale

La parola resilienza è ormai diventata un termine di uso comune e tutti sappiamo che descrive la capacità di resistere e reagire di fronte a difficoltà ed eventi negativi. La pandemia causata dal diffondersi su scala globale del Covid-19 ha messo a dura prova le aziende, che si sono trovate a dover gestire improvvisamente una situazione che ha destabilizzato la loro organizzazione interna, le modalità di produzione e l’intera supply-chane mondiale. Una serie di ricerche hanno evidenziato che alcune caratteristiche comuni ad alcune imprese ne hanno determinato un maggior grado di resilienza. Ecco quali sono.

 

01Solidità economica e finanziaria

Avere i conti in ordine, bilanci solidi e un indebitamento gestibile rappresenta il punto di partenza per poter affrontare un evento imprevedibile. Se una società presenta queste caratteristiche ha la capacità di reggere durante un periodo di crisi perché potrà più facilmente accedere ai mercati del debito a tassi accessibili e, se è in possesso di ingenti riserve di liquidità, potrà continuare a investire in personale, marketing e attività di ricerca e sviluppo, acquistando un vantaggio competitivo importante proprio nel momento in cui molti altri competitor si troveranno in gravi difficoltà. Questo principio viene confermato anche da uno studio di McKinsey: su oltre mille società quotate in borsa, attive in settori e Paesi diversi, il 10% è riuscito ad ottenere risultati economici ottimi nel corso della recessione del 2008-2009. Perché? La ricerca ha evidenziato che alla base di questa maggiore resilienza c’era proprio la solidità economica: queste società performanti avevano ridotto il proprio indebitamento di oltre 1 dollaro per ogni dollaro di capitale nel loro bilancio già nel 2007, mentre le altre imprese che si erano trovate in difficoltà durante la crisi, nello stesso anno avevano incrementato il loro indebitamento di 3 dollari per ogni dollaro di capitale. A questa gestione virtuosa si è unita la razionalizzazione dei costi e una buona patrimonializzazione, che ha consentito di affrontare la crisi con una maggiore flessibilità finanziaria, di concentrarsi sulla crescita e di cogliere prima degli altri le opportunità della ripresa.

02Sostenibilità ambientale

La sostenibilità si rivela un asso nella manica per le aziende in tempi di grande crisi. Secondo un’analisi di KMPG, questo è da attribuire al fatto che la sostenibilità – anche in un periodo di forti difficoltà – svolge un ruolo di abilitatore per la creazione di valore e per la continuità del business aziendale. Questo fenomeno si verifica grazie a un legame che si genera tra aziende e consumatori: questi ultimi tendono a premiare le imprese che praticano politiche di sostenibilità credibili, proprio nei momenti di maggiore crisi. Ecco perché durante la pandemia, la sostenibilità si è rivelata un fattore chiave per consolidare la resilienza di un’impresa, forse anche al di là delle aspettative. Tanto che nell’undicesimo “Rapporto GreenItaly” di Fondazione Symbola e Unioncamere4 rileva si legge, ad esempio, che, ad ottobre 2020, il 16% delle imprese green è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green. Dati che mostrano come la pandemia ha dato nuova forza alle scelte di consumo orientate all’attenzione per l’ambiente, a tutto vantaggio delle aziende già impegnate su questo fronte.

 

03Dimensione internazionale

Nonostante i primi mesi della pandemia abbiano messo in discussione la capacità di risposta efficace di aziende con una dimensione internazionale a causa delle restrizioni alla mobilità e agli scambi tra Paesi, oggi la maggior parte degli economisti è d’accordo nell’affermare che le aziende con una dimensione internazionale possono essere più resilienti a patto che abbiano un approccio più prudente, basato su un incremento delle scorte che consenta di essere pronti a rispondere alla domanda di beni e servizi anche in caso di crisi improvvisa. Secondo gli analisti, le realtà che operano in aree geografica diverse hanno più chance di sopravvivenza anche per una questione legata all’accesso alle informazioni. E questo lo ha insegnato proprio il Covid-19 che ha colpito a diverse latitudini in momenti differenti: le aziende presenti in più contesti internazionali hanno avuto il modo di prepararsi all’arrivo delle diverse ondate e di prendere per tempo le corrette contromisure, come ad esempio lo smart-working o nuove modalità di organizzazione del lavoro per garantire la continuità dei servizi. Inoltre, non bisogna sottovalutare per le multinazionali un altro punto di vantaggio: la possibilità di compensare le performance negative registrate nei territori più colpiti con quelle positive delle zone che sono riuscite ad uscire prima dall’ondata epidemiologica.

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