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Gli oggetti domestici che inquinano di più: ecco quali sono

4 minuti
01Sapone liquido 02Salviettine umidificate 03Sacchetti in plastica 04Batterie 05Bustine del tè

L’inquinamento ambientale è un’urgenza sempre più importante da affrontare e necessita di interventi rapidi e funzionali: oltre ai grandi cambiamenti che devono verificarsi nei grandi gruppi industriali e produttivi a livello globale, piccole azioni possono essere intraprese anche a livello individuale. Sapevi che anche la tua casa può danneggiare l’ambiente a partire da oggetti impensabili? Semplici oggetti presenti normalmente in casa possono rappresentare una minaccia per l’ambiente e alcuni di loro, come nel caso dei sacchetti di plastica in Europa, sono già stati banditi. Ecco quali sono gli oggetti domestici che inquinano di più.

01Sapone liquido

Il sapone liquido per le mani è il prodotto immancabile in ogni bagno: tuttavia, molte marche di sapone contengono il triclosan, sostanza chimica estremamente resistente che può sopravvivere al trattamento delle acque, raggiungendo l’oceano e distruggendo quei batteri alla base della catena alimentare. Il Triclosan è stato trovato anche in alcuni dentifrici e, nel settembre 2016, la Food and Drug Administration ha dichiarato vietata la vendita di saponi antibatterici contenenti triclosan, in quanto non sicuro per l’uso quotidiano a lungo termine. Le saponette sono un’alternativa meno inquinante rispetto al sapone liquido: implicano una minore produzione di rifiuti rispetto ai flaconi di detergenti e sono disponibili in versione ecologica, composte da prodotti naturali.

02Salviettine umidificate

Sebbene siano certamente comode e pratiche, le salviettine umidificate hanno un forte impatto ambientale: sono spesso definite “degradabili“, ma in realtà contengono plastica e non sono smaltibili come la carta igienica. Inoltre, se gettate nel water, possono creare blocchi nelle fogne e creare enormi volumi di rifiuti sulle spiagge. Come riporta l’Ansa, un’indagine condotta da Thames21, un’associazione che si batte per ripulire il Tamigi e gli affluenti, ha scoperto che le salviette umidificate possono rimodellare i letti dei fiumi, formando tumuli visibili con la bassa marea. Per questo motivo, il Regno Unito le ha messe al bando: insieme alle buste di plastica, fanno parte del gruppo di prodotti rischiosi per l’ambiente stilato dal dipartimento britannico dell’Ambiente.

03Sacchetti in plastica

I sacchetti di plastica sono una delle fonti principali di inquinamento ambientale: quasi 1 trilione di sacchetti non biodegradabili viene smaltito ogni anno, intasando discariche e rilasciando nell’ambiente sostanze chimiche tossiche. Per dire addio ai sacchetti di plastica è nato anche l’International Plastic Bag Free Day, celebrato il 3 luglio. Lanciato dall’associazione catalana Rezero 14 anni fa, l’International Plastic Bag Free Day è diventato una movimentazione globale che ha come scopo quello di sensibilizzare e creare consapevolezza sul grande inquinamento che proviene dall’uso dei sacchetti di plastica: l’obiettivo finale è proprio quello di favorire l’abolizione di tutti gli oggetti monouso, prima di tutto quelli di plastica, creando una rivoluzione green e promuovendo la cultura del riciclo. 

04Batterie

Le batterie sono composte da elementi potenzialmente molto tossici, tra cui cadmio, piombo e mercurio, che si riversano nel suolo e nei corsi d’acqua. Inoltre, se le batterie vengono incenerite, i metalli si disperdono nell’aria, rappresentando un rischio per la salute. A causa del loro potere inquinante le pile non vanno mai buttate fra i rifiuti urbani, ma vanno smaltite a parte: è possibile conferirle nei punti di raccolta presenti in tutte le città italiane, solitamente posti nei pressi di centri commerciali e in centro città. In alternativa, è possibile consegnarle nei negozi autorizzati alla raccolta o direttamente nei centri di raccolta (isole ecologiche).

05Bustine del tè

Avresti mai pensato che anche una tazza di tè in bustina possa creare danni per l’ambiente? Eppure è proprio così: le bustine di tè tradizionali sono composte da materiali termoplastici non biodegradabili che, oltre a non essere ottimali per la salute per via dei residui rilasciati, non sono smaltibili o riciclabili: andrebbero smaltite dunque nel secco. Alcune marche, inoltre, vendono il tè in eleganti bustine di nylon che sono ancora più dannose per l’ambiente. Modificare questa piccola abitudine in maniera sostenibile è davvero molto semplice: l’alternativa è quella di acquistare tè sfuso e utilizzare i filtri in metallo acquistabili pressoché ovunque. Dalle erboristerie ai supermercati, è facile trovare tè e tisane per ogni gusto ed esigenza, con una vastissima scala di scelte per qualsiasi tipo di richiesta. Per i più pigri che desiderino continuare ad utilizzare bustine del tè, è sufficiente leggere le etichette dei prodotti e assicurarsi che la bustina in questione sia biodegradabile al 100%.

 

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