Bompan, educare alla sostenibilità “raccontando i temi ambientali con empatia”

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Rendere attrattivi i temi ambientali senza alternarne la complessità: parlare di ambiente in modo semplice ed efficace è una sfida ambiziosa e prioritaria per educare le generazioni del futuro alla tutela del Pianeta. Emanuele Bompan, giornalista ambientale e geografo, lo fa mettendo insieme la sua formazione accademica e l’attività giornalistica.

Economia circolare, cambiamenti climatici, innovazione, energia, mobilità sostenibile, green-economy: solo alcuni dei temi trattati da Bompan e attraverso cui prendono spunto la guida Azione per il clima elaborata con CVA e gli esercizi didattici rivolti alle scuole.

Bompan ha collaborato con CVA per la realizzazione del progetto educativo rivolto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, volto a incrementare la sensibilità e la consapevolezza sui temi di sostenibilità ambientale, economica e sociale, offrendo loro esperienze di apprendimento coinvolgenti e stimolanti per gli studenti, con l’obiettivo ultimo di costruire un futuro migliore con le nuove generazioni.

I temi su cui si focalizza il progetto sono sia l’Agenda 2030 che offre uno sguardo d’insieme sulle tematiche d’interesse in termini di sostenibilità, sia il cambiamento climatico con le sue cause, effetti e le strategie attualmente messe in atto per contrastarlo.

Parlare dei grandi temi della sostenibilità –  transizione ecologica, economica circolare, emergenza cambiamento climatico – in modo semplice e diretto: qual è la strategia più efficace per farlo?

Ci sono tante tematiche da affrontare quando si parla di ambiente: da un lato abbiamo tutta la complessità dei temi economici e politici che sono rivolti a un pubblico che è già in possesso degli strumenti per comprendere questi fenomeni. Dall’altra parte, invece, rimane ancora una grande fetta della popolazione che ha capito che esistono dei problemi ambientali ma non li conosce nella loro complessità.

Per questo motivo è importante trovare delle storie di persone vicine al pubblico di riferimento: testimonianze concrete di imprenditori, contadini e famiglie che in qualche modo hanno dovuto confrontarsi con gli impatti nel cambiamento climatico, non solo in negativo ma anche in positivo.

Lo dimostrano le storie di crescita economica e sviluppo che vengono create dall’innovazione, dalla tecnologia e dalla condivisione del sapere con l’obiettivo di affrontare queste sfide epocali. Le foto di orsi polari o grafici obsoleti non fanno presa sul cittadino e, infatti, abbiamo assistito a un’evoluzione anche della narrativa giornalistica legata ai temi ambientali. Ma non solo: abbiamo iniziato a vedere una presenza sempre maggiore anche del cinema e della letteratura e la tematica ambientale sta entrando a far parte della cultura popolare. Lo dimostra, ad esempio, il bellissimo romanzo “Tasmania” di Paolo Giordano: pubblicato recentemente, nello sfondo ha proprio il tema del cambiamento climatico. 

Insegnare in maniera aggiornata e consapevole la tematica climatica, includendo il contesto di riferimento. In questo caso, la Valle d’Aosta: come si racconta il cambiamento climatico includendo l’aspetto locale?

Lavorando a partire dalle problematicità del territorio: nel caso della Valle d’Aosta, ad esempio, abbiamo raccolto dati legati alla realtà valdostana e ovviamente abbiamo preferito parlare di scioglimento dei ghiacciai piuttosto che innalzamento dei mari. Anche gli esercizi didattici, laddove è stato possibile, sono stati ricontestualizzati nell’ambiente in cui i ragazzi vivono.

Questo lo si fa perché le persone empatizzano molto di più con quello che hanno vicino e fa parte del proprio universo di idee. Creare quell’empatia, che si tratti di comunicazione o formazione, è indispensabile.

Insieme a CVA ha lavorato alla realizzazione dei webinar e della guida “Azione per il clima”. In che modo avete affrontato la tematica del cambiamento climatico?

Con CVA abbiamo realizzato due guide per i docenti, una incentrata sul cambiamento climatico dal titolo “Azione per il clima” e l’altra che invece spiega i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dal titolo “Insieme verso il 2030”: entrambe sono costituite da una parte didattica sui temi chiave identificati, affiancata da proposte di attività che i docenti possono svolgere in classe con gli alunni.

Abbiamo prestato particolare attenzione a fornire strumenti che consentano di imparare anche “facendo”, ossia applicando gli apprendimenti teorici sul campo, in modo da comprenderli meglio e, al contempo, conoscere ciò che avviene nel territorio in cui si vive relativamente alle tematiche affrontate.

A disposizione dei docenti sono stati realizzati due webinar. Uno di questi affronta le tematiche del climate change e i suoi effetti principali sull’ aumento delle temperature, sul ciclo dell’acqua, sui livelli del mare e sui fenomeni metereologici estremi, partendo dai dati dell’ultimo report AR5 dell’IPCC:  il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici. La registrazione del webinar è disponibile online ed è possibile ascoltare anche i 5 episodi dei podcast per ragazzi sugli aromenti sopraccitati. L’altro webinar, invece, parla dei  17 obiettivi di sviluppo sostenibile sottoscritti nel 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite. Anche la regietrazione di questo webinar è recuperabile online nella pagina dedicata, in cui si trovano anche i 5 episodi del Posdcast per ragazzi sugli SDGs.

Qual è l’aspetto fondamentale da comprendere quando si parla di cambiamento climatico e che, invece, reputa sia sottovalutato nell’attuale contesto informativo?

Troppo spesso i temi ambientali non vengono approfonditi perché considerati troppo complessi o poco attrattivi. Un aspetto molto pericoloso e da prendere in considerazione perché, se trascurato, dà spazio a quello che in termini tecnici si definisce “inattivismo”: ovvero dare delle informazioni affinché la gente non prenda posizione. Oltre a curare l’informazione, infatti, è importante, soprattutto a scuola, formare le competenze sulle questioni ambientali.

Dobbiamo educare i cittadini del futuro e spingere le persone già adulte oggi ad approfondire queste questioni: uno sforzo significativo indirizzato a comprendere la complessità dei temi ambientali, perché questo è un passo fondamentale per poter agire insieme verso una stessa direzione

Qual è il contributo distintivo che i professionisti dell’informazione possono dare nella sensibilizzazione delle nuove generazioni rispetto ai temi ambientali?

Informare ed educare chi legge sui temi ambientali, in modo accurato e puntuale: per farlo, oggi serve tanto investire in formazione anche dei divulgatori e delle divulgatrici, in modo da evitare il diffondersi di informazioni scorrette o imprecise, che creino confusione se non addirittura una percezione distorta della realtà, influenzando in modo scorretto l’opinione pubblica. Per questo c’è bisogno di figure professionali, realmente competenti e formate specificatamente sulle questioni ambientali, e più in generale sui temi della sostenibilità, che scrivano e diffondano informazioni e dati attendibili e corretti.

È importante stimolare l’interesse per far sì che le persone leggano e si informino: non necessariamente attraverso saggi scientifici, che potrebbero risultare di difficile comprensione ai non addetti ai lavori, ma con testi di narrativa o documentari che, con un linguaggio semplice e comprensibile, possano essere piacevoli e allo stesso educativi. Investendo in formazione ed educazione possiamo fare la differenza.

 

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