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Dagli scarti del cocco il supercapacitor che cattura la CO2

3 minuti
01Supercapacitor: di cosa si tratta 02Cocco e acqua di mare: il connubio perfetto

Sembra quasi un concetto contraddittorio, capace di far tornare alla memoria un dialogo socratico o platonico sul tema delle emissioni che non vengono emesse. Ma in realtà con la filosofia, questa questione non ha nulla a che vedere. Meglio trasferirci nel mondo della scienza, della chimica, degli esperimenti innovativi per capire di cosa si tratta visto che sono stati messi a punto dei dispositivi di accumulo in grado di conservare oltre alla carica anche le emissioni di gas serra. A riuscire nell’impresa è un gruppo di scienziati dell’Università di Cambridge, che sta analizzando le potenzialità di un nuovo processo, denominato assorbimento oscillante supercapacitivo. Anche se sembra uno scioglilingua, le sue implicazioni potrebbero essere molto importanti in materia di abbattimento di emissioni nocive. Pronti a capirne i motivi?

01Supercapacitor: di cosa si tratta

Il supercapacitor è un condensatore ad alta capacità, capace di immagazzinare da 10 a 100 volte più energia per unità di volume o massa rispetto ai condensatori elettrolitici: può accettare ed erogare la carica molto più velocemente delle batterie e tollera molti più cicli di carica e scarica rispetto alle batterie ricaricabili. I supercondensatori vengono utilizzati in applicazioni che richiedono molti cicli di carica/scarica rapidi. In particolare, gli studiosi hanno osservato un effetto elettrico generato nei materiali di carbonio nanoporoso elettricamente conduttivi, se messi in contatto con anidride carbonica e un elettrolita acquoso: durante la fase di carica e scarica del supercapacitor, si verificano parallelamente l’assorbimento e il rilascio reversibili e selettivi della CO2. E proprio questa funzione potrebbe rivelarsi utile nelle tecnologie di cattura e rimozione del carbonio a causa della minore energia necessaria a far funzionare l’intero processo.

02Cocco e acqua di mare: il connubio perfetto

Le notizie positive non finiscono qui. Sembra, infatti, che i materiali necessari ad utilizzare i supercondensatori siano economici e abbondanti. Ecco che, ad esempio, si scopre che gli elettrodi sono fatti di carbonio proveniente dai gusci di cocco di scarto. E l’elettrolita utilizzato per dissolvere la CO2 è semplicemente a base di acqua di mare. L’impegno è preso: si utilizzeranno esclusivamente materiali inerti, che possano essere riciclati e utilizzati per abbattere l’inquinamento. La scoperta potrebbe risultare un grande contributo alla sfida contro il cambiamento climatico, che può essere raggiunta solo ottenendo la neutralità netta di carbonio entro il 2050. Da una parte, per centrare il risultato, sappiamo essere fondamentale l’espansione delle energie rinnovabili, ma dall’altra la cattura di anidride carbonica è attualmente uno dei modi più economici per ridurre le emissioni di gas serra industriali.

 

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