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La transizione energetica verde delle grandi città: a che punto siamo

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01I numeri della metropoli green 02Le prime della classe

Dovrà essere sempre più green, smart, resiliente e intelligente: è questo l’identikit della metropoli sostenibile, tra i fattori chiave della transizione ecologica. Mentre l’urbanizzazione si configura come un processo irreversibile, è proprio nelle città che si concentra il maggior numero di emissioni di CO2, ben il 75% secondo l’ultimo rapporto del “Renewable in cities report” del think tank Rin21. Nel frattempo l’ONU avvisa che, sebbene solo il 3% della superficie della Terra sia oggi occupato da spazi urbani, questi ultimi sono colpevoli di consumare il 60-80% dell’energia. E i dati sono destinati ad aumentare: oggi nelle città vive il 55% dell’umanità, ma nel 2050 la stima cresce al 68%, a fronte di una popolazione globale prevista di 9,8 miliardi di persone.

01I numeri della metropoli green

Facendo un rapido giro del mondo, si calcola che ad oggi sono 135 le grandi città alimentate almeno al 70% da energia rinnovabile, come fotovoltaico, eolico, idroelettrico e geotermico. I numeri si fanno più interessanti se si considerano gli impegni a medio termine: nel dettaglio, sono 834 le città che hanno predisposto un piano di conversione all’energia rinnovabile, tra le quali il 90% punta a raggiungere le emissioni zero entro i prossimi decenni. E tutte le altre? La sfida non è semplice perché è necessario trovare la formula sostenibile più adatta ad ogni metropoli, secondo le diverse caratteristiche urbane, geografiche e climatiche. Eppure la scorciatoia esiste: creare modelli replicabili in città con caratteristiche simili.

02Le prime della classe

Ci sono esempi virtuosi che fanno scuola e si meritano voti alti in pagella: è il caso della capitale del Costa Rica, San Josè, che dal 2014 utilizza energia prodotta al 98% da fonti rinnovabili grazie a un ambizioso piano di risparmio energetico e a nuovi impianti idroelettrici. Se la cava egregiamente anche Monaco che punta a diventare nel 2025 una città rinnovabile al 100%. Come? Con un piano di investimenti di 9 miliardi di euro che coinvolge anche il famoso zoo cittadino, che riuscirà a produrre energia dagli escrementi degli animali. Tra le promosse, non può mancare Malmö in Svezia, che già dal 2012 ha realizzato interi quartieri urbani rinnovabili al 100%. Qui una delle strategie usate è quella di obbligare tutte le aziende della zona industriale di Augustenborg a installare pannelli fotovoltaici, la cui energia rifornisce i quartieri più centrali. Ottime le performance ecologiche di Reykjavìc, che non si accontenta di sfruttare solo la geotermia con il suo calore del suolo in grado di riscaldare 9 case su 10, ma aggiunge diligentemente nel mix anche l’energia idroelettrica e gli impianti eolici.

La coraggiosa Kyoto non ha paura di sbilanciarsi e punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, chiamando a collaborare le grandi aziende private: ad esempio, nel settore dei trasporti pubblici, metro e bus diventeranno tutti elettrici entro i prossimi 5 anni. Nella lista dei più bravi, c’è l’australiana Adelaide che è riuscita ad ottenere un ottimo livello di produzione di energia rinnovabile risolvendo anche il problema dell’intermittenza tipica del fotovoltaico e dell’eolico, costruendo alcuni impianti nelle isole di fronte al porto con batterie capaci di stoccare energia per le emergenze. Ed ecco che anche Cape Town sta cercando di fare del suo meglio: la capitale del Sudafrica ha avviato un sistema di incentivi per chi installa pannelli fotovoltaici e un sistema di crediti cittadini per le famiglie che redistribuiscono l’energia in eccesso. Non sta a guardare la Costa d’Avorio con la popolosa città di Cocody: qui si punta sul solare, sul bioetanolo prodotto dai rifiuti e su una migliore gestione delle foreste intorno alla città. La speranza è l’ultima a morire e dopo il disastro si può ricominciare puntando alla sostenibilità: questa la filosofia attuata da Burlington, la città americana distrutta dall’uragano Irene. Le infrastrutture energetiche sono state rivoluzionate per renderla più resiliente con un mix basato sull’eolico e le biomasse.

 

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