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Le dighe e centrali idroelettriche più belle da visitare

8 minuti
01Entracque, Piemonte: centrale “Luigi Einaudi” 02Bionaz, Valle d’Aosta: Diga di Place Moulin 03Vallelaghi, Trentino Alto Adige: centrale “Santa Massenza” 04Gressoney-La-Trinité, Valle d’Aosta: Diga del Lago del Gabiet 05Valtournenche, Valle d’Aosta: diga del Goillet

Non solo fonti di energia, ma anche suggestivi luoghi da visitare: l’Italia è ricca di centrali idroelettriche che, oltre a permettere la produzione di energia elettrica, si inseriscono nel territorio in modo armonioso ed affascinante. Nella loro costruzione, custodiscono storia, cultura e forza della natura: per questo, sono mete ideali per scoprire luoghi alternativi e simbolo della simbiosi tra ingegno umano e natura. Quali sono le centrali più interessanti da visitare? Eccone alcune.

01Entracque, Piemonte: centrale “Luigi Einaudi”

In Piemonte, in provincia di Cuneo, si trova il comune di Entracque; qui sorge la centrale “Luigi Einaudi”, la più grande centrale d’Italia messa in funzione nel 1982. Questo imponente impianto riesce a sviluppare una potenza complessiva pari al fabbisogno dell’intera provincia di Torino. L’energia si ricava da due salti di acque: Chiotas-Piastra e Rovina-Piastra. La diga del Chiotas si trova a quasi duemila metri di altezza, quella di Piastra a poco meno di mille. Fra le due, si trova il Lago Rovina: questi tre bacini sono collegati fra di loro da tramite tubature che corrono sottoterra per parecchi chilometri, scendendo fino ad arrivare alle turbine della centrale che è stata interamente scavata nella roccia. La visita guidata presso la centrale punta ad arricchire la conoscenza dei visitatori su particolari temi scientifici e tecnologici: si comincia seguendo il corso delle acque e si termina con la produzione dell’energia. Largo spazio è dedicato alle diverse fasi della produzione di energia, attraverso la visione di turbine, pompe, alternatori, valvole rotative e quanto altro occorre a trasformare la potenza dell’acqua in energia elettrica.

02Bionaz, Valle d’Aosta: Diga di Place Moulin

Il lago di Place-Moulin, nel comune di Bionaz, si trova in Valpelline, una valle laterale della Valle d’Aosta, ad una altezza di 1968 metri.  Qui sorge la diga di Place Moulin: opera di rilievo europeo, è stata ultimata nel 1965 e alimenta la centrale idroelettrica di Valpelline. Il suo invaso può contenere oltre 100 milioni di m3 d’acqua e viene esercito a un volume di regolazione di 93 milioni di m3 d’acqua. All’interno del muro si trovano numerosi macchinari e apparecchiature, legati sia al funzionamento della diga sia al controllo delle condizioni di sicurezza. La diga di Place Moulin è collegata a quella di By e ad altre prese sussidiarie da cui riceve le acque, che consentono di raddoppiarne il bacino imbrifero sotteso. Arrivare alla diga di Place Moulin è possibile per tutti perché con la propria vettura è possibile arrivare molto vicino all’invaso: lo si può poi costeggiare percorrendo un sentiero pianeggiante, che si sviluppa lungo la riva destra orografica e porta al rifugio Prarayer, all’estremità nord-est del lago, quasi nel punto in cui il torrente Buthier vi immette le sue acque. Inoltre, la vista spazia su un ampio anfiteatro di montagne dell’alta Valpelline, offrendo un panorama suggestivo e da non perdere.

03Vallelaghi, Trentino Alto Adige: centrale “Santa Massenza”

Una delle centrali elettriche storiche d’Italia è sicuramente quella di Santa Massenza, a Vallelaghi in Trentino Alto Adige. Una serie di dispositivi ad alta tecnologia conduce l’acqua dalle vette dell’Adamello fino al Lago di Garda, in un percorso ricco di fascino. La centrale, costruita su progetto dell’architetto Giovanni Muzio, risale agli anni ’50 del secolo scorso ed è una delle più tecnologiche e suggestive dal punto di vista paesaggistico perché si inserisce in un paesaggio ibrido, in cui le caratteristiche alpine e mediterranee convivono. La centrale è parte di un sistema articolato che, attraverso una vasta rete di gallerie, condotte forzate e opere idrauliche, porta l’acqua dalle cime dell’Adamello al Lago di Garda. Attraverso percorsi inediti che attraversano la centrale, è possibile scoprire le meraviglie del luogo dove l’acqua diventa energia.

04Gressoney-La-Trinité, Valle d’Aosta: Diga del Lago del Gabiet

Nell’alta Valle di Gressoney, in Valle d’Aosta, il contrasto tra il verde dei pascoli e i ghiacciai rende ancora più imponenti le vette del gruppo del Monte Rosa, che catturano lo sguardo a ogni passo. A quasi 2.400 metri di quota, in perfetta armonia con questo splendido scenario naturale, il Lago del Gabiet rappresenta una meta ideale per abbinare alla scoperta dell’escursione di panorami affascinanti, la visita della prima diga entrata in esercizio in Valle d’Aosta. La diga del Lago del Gabiet, costruita tra il 1919 e il 1923, forma un bacino di oltre quattro milioni di m3 d’acqua. È attraversata da una serie di gallerie, che permettono ai guardiani e alle apparecchiature installate di verificare continuamente la tenuta e lo stato di conservazione dello sbarramento. L’impianto è costituito da due gruppi con turbine Pelton per una potenza complessiva di 16 MW. L’acqua del Gabiet, dopo aver alimentato la centrale di Gressoney, viene restituita al torrente Lys e, poco dopo, riutilizzata da altre quattro centrali, per poi confluire nella Dora Baltea a Pont-Saint-Martin. È possibile effettuare il percorso che consente di raggiungere il lago a piedi, in mountain bike o in telecabina. In particolare, il percorso a piedi è una sorta di viaggio a ritroso nel ciclo dell’acqua: il sentiero comincia nei pressi della centrale idroelettrica di Gressoney-La-Trinité, alimentata proprio dalle acque del Lago Gabiet,vicino al ponte, che precede l’accesso alla centrale. Salendo attraverso i prati, ci si inoltra nel bosco, toccando due baite disabitate e fiancheggiando il torrente per un lungo tratto: qui si apre uno stupendo vallone, disseminato di piccoli alpeggi, e la salita si fa più dolce. Proseguendo, è possibile terminare il percorso fino al rifugio del Gabiet e alla stazione d’arrivo della telecabina che sale da Staffal.

05Valtournenche, Valle d’Aosta: diga del Goillet

Nel comune valdostano di Valtournenche, ai piedi della piramide del Cervino e all’interno del comprensorio sciistico di Cervinia, sorge la diga del Goillet. Contornata di funivie, sciovie e piste da sci, tra queste figura la famosa pista del Ventina che collega il Plateau Rosa (3.500 m slm) a Cervinia (2.000 m slm) passando a fianco del lago. La diga arricchisce uno scenario suggestivo di rara bellezza: l’invaso creato dallo sbarramento è contenuto in una delle conche lacustri di origine glaciale scavate nelle rocce presenti nella zona. La struttura della diga del Goillet è inserita tra le ripide pareti, incise nella roccia, dall’erosione dell’emissario dell’omonimo lago naturale. Ultimata nel 1947, ha un’altezza di 48,60 m e un invaso che ha una capacità utile di oltre 11 milioni di metri cubi d’acqua che, mediante una galleria di derivazione e una condotta forzata, alimenta i due gruppi generatori della centrale di Perrères. Scoprire la diga del lago del Goillet è facile: a piedi o in mountain bike, è possibile ammirare la maestosità dell’opera e del paesaggio in cui è inserita. Per avventurarsi a piedi, una volta raggiunta in auto Breuil-Cervinia, lasciare l’auto nel parcheggio della stazione di partenza delle funivie per Plan Maison-Plateau Rosa e incamminarsi lungo il sentiero indicato per arrivare a uno scenario unico e sorprendente: un semicerchio di montagne imperniato sul Monte Cervino che ha, alla sinistra, il Dent d’Hérens, la punta Margherita, Les Jumeaux, la punta Budden, la Tour du Créton, e a destra tutta la catena delle Grandes e Petites Murailles, con decine di cime e ghiacciai tra cui la Cresta di Fürggen, il Corno del Teodulo, la Testa Grigia e la Gobba di Rollin.

Se si è ben allenati, si può arrivare alla diga del lago del Goillet anche in mountain bike: la strada, con un dislivello di circa 620 m, è in salita ma assicura un’esperienza suggestiva come quella di Risalire la Valtournenche in direzione di Breuil-Cervinia. Superato il comune di Valtournenche, sulla destra si trova la centrale di Perrères: poco oltre si incontrano due tornanti e si imbocca la strada sterrata che sale verso l’abitato di Promindoz. Dopo alcuni tornanti iniziali, piuttosto impegnativi, la strada si sviluppa a mezza costa fino all’abitato di Manda Superiore (2.300 m). Superato l’alpeggio Cleva della Seya e raggiunta la stazione superiore del piano inclinato, si vedranno dei binari e un vecchio vagoncino, che facevano parte della ferrovia che un tempo serviva a trasportare personale e materiale fino alla diga. Proprio la ferrovia diventa il tracciato da seguire fino ad arrivare nelle vicinanze della diga, e riprendere il sentiero che porta al lago.

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