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Diga di Place Moulin, tra natura valdostana e fonti rinnovabili: ecco com’è nata

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01Le testimonianze sulla costruzione della diga 02Come visitare la diga

Si trova quasi a 2000 metri di altitudine e l’altezza del suo sbarramento raggiunge i 155 metri: è un’opera monumentale e uno degli invasi più ampi d’Europa con i suoi 93 milioni di m3. Ecco a voi la diga di Place Moulin, che svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia idroelettrica in Italia perché alimenta la centrale di Valpelline, l’impianto idroelettrico più grande della Valle d’Aosta, con una produzione annua di energia rinnovabile di 330 GWh.

La grande diga osserva dall’alto la centrale, posta mille metri al di sotto dell’invaso: insieme rappresentano un binomio perfetto in tema di energia pulita e sostenibile. Incastonata tra le cime e i ghiacciai più famosi della Valle d’Aosta, come il Dôme de Tsan, la Tête Blanche, la Tête de Valpelline, la Dent d’Hérens e le Grandes Murailles, la diga è anche un luogo dalla bellezza suggestiva.

01Le testimonianze sulla costruzione della diga

Alla sua costruzione, che avvenne in tempi record dal 1960 al 1965, sono legati molti ricordi tramandati di generazione in generazione in tutta la Valpelline, dall’abitato di Bionaz (comune dove sorge la diga) a quello di Plan Félinaz, fino ai villaggi che popolano tutta la vallata. Ancora oggi, si possono ascoltare i racconti sulla costruzione di quell’opera che veniva percepita dalla popolazione come “un’impresa mastodontica: erano tanti gli uomini che partivano il lunedì per raggiungere il campo-base e il cantiere, e tornavano poi a casa il sabato. Finalmente, nel fine settimana, le strade dei paesi si animavano di storie e aneddoti legati a come procedevano i lavori ad alta quota”, ci spiegano Andrea Bellucci e Diego Falcone, che ricordano alcuni sprazzi dei racconti dei loro rispettivi padri, impegnati all’epoca nel progetto. E aggiungono quanto valore fosse attribuito dai genitori allo “spirito di coesione che univa chi era impegnato nella costruzione della diga, l’importanza di sentirsi come una squadra vincente per affrontare difficoltà sia logistiche che operative, l’intensità e precisione con cui si riusciva a portare a termine ogni giorno il proprio compito”.

E aggiungono:

“C’era fierezza per quello che si faceva, per le grandi prove che si sostenevano senza timore, con l’obiettivo di realizzare un’opera così imponente”.

Le famiglie e tutta la popolazione ascoltavano incantate le “storie della diga”, ma Diego ci rivela anche che “i ragazzi a scuola vivevano quell’opera così enorme e complessa come un’incombenza che a volte si colorava di paure”. Da un passato lontano, sono giunte fino a qui, le testimonianze di chi ha ascoltato in prima persona quelle storie mai dimenticate. Persone che ci ricordano anche di come la diga abbia sensibilizzato tutta la popolazione del luogo, già a partire dagli anni Sessanta, “all’attenzione per l’energia pulita, per i consumi e per gli sprechi”. Dal 1969, anno della sua entrata in esercizio, la diga di Place Moulin è un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona e rappresenta uno strategico anello di congiunzione tra l’uomo e la natura.

02Come visitare la diga

Non tutti sanno che questa enorme opera sostenibile, può essere osservata da molto vicino: è possibile arrivare in automobile fino in prossimità dell’invaso che poi può essere costeggiato percorrendo un sentiero pianeggiante di 5 km, che si sviluppa lungo la riva destra orografica e porta al rifugio Prarayer, all’estremità nord-est del lago, quasi nel punto in cui il torrente Buthier vi immette le sue acque.

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