Autobus elettrici: a che punto siamo in Italia

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01Autobus elettrici: a che punto siamo? 02Autobus "verdi”: le regioni virtuose

Dalle città medie a quelle più grandi, sino alle megalopoli: la mobilità diventa sempre più elettrica e, anche per il TPL – Trasporto Pubblico Locale, la strada è tracciata verso le emissioni zero.

Nel 2019 è stato adottato il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile da 3,7 miliardi di euro, per il periodo dal 2019 al 2033. L’obiettivo è il rinnovo del parco autobus adibiti al trasporto pubblico locale con mezzi meno inquinanti: bus elettrici, ma anche a metano o a idrogeno. In Italia l’età media degli autobus in circolazione è 11,4 anni circa, a fronte dell’età media europea di circa 7,5 anni. L’obiettivo del Piano è dunque quello di svecchiare queste vetture e di migliorare la qualità dell’aria, ricorrendo a tecnologie innovative e rilanciando la filiera industriale di produzione di autobus.

L’autobus elettrico sarà il primo veicolo elettrico la cui diffusione di massa potrà mettere fine alla produzione di autobus col motore a combustione interna: diventano sempre più rilevanti i numerosi modelli innovativi di autobus per il TPL, accuratamente progettati per abbattere emissioni inquinanti e gas ad effetto serra, per garantire alle aziende prodotti affidabili e incrementare il comfort di viaggio in modo da persuadere  sempre più persone ad usare il trasporto collettivo e ridurre l’impatto ambientale dei propri spostamenti.

01Autobus elettrici: a che punto siamo?

Nonostante gli ambiziosi obiettivi, sugli autobus a zero emissioni l’Italia deve accelerare: con solo il 5,4% di nuovi mezzi a idrogeno o elettrici entrati in servizio nel 2019, siamo lontani dalle nazioni europee più virtuose come la Danimarca e i Paesi Bassi. Un dato preoccupante considerando che l’Italia figura tra i principali acquirenti di bus nel vecchio continente: Italia, Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia comprano circa il 70% dei pullman urbani europei, e la loro mancata conversione a una mobilità più sostenibile rallenta in modo significativo la diffusione di mezzi a emissioni zero. È questo che emerge dal nuovo studio dell’ong ambientalista Transport & environment, promotrice della campagna Clean cities alla quale collabora anche Legambiente. Mentre lo scorso anno l’80 per cento degli investimenti tedeschi sono stati destinati ad autobus elettrici, e la Polonia ha annunciato che entro il 2030 tutto il trasporto pubblico sarà elettrificato nelle città con oltre 100mila abitanti, l’Italia è rimasta indietro.

02Autobus "verdi”: le regioni virtuose

 

L’analisi prende in esame 17 Paesi europei e mette in rilievo la percentuale di immatricolazione di nuovi autobus a zero emissioni: l’Italia è in fondo alla classifica, seguita solo da Grecia, Svizzera, Irlanda e Austria. La strada da percorrere per il bene del pianeta è ancora lunga: basti pensare che il 78% degli autobus danesi immatricolati nel 2019 è elettrico o a idrogeno, come il 67% di quelli lussemburghesi e il 66% degli olandesi; anche Svezia, Norvegia e Finlandia figurano tra i primi posti, rispettivamente con il 26, il 24 e il 23%. Secondo i dati di Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, nel 2019 sono stati immatricolati solo 63 bus elettrici e a idrogeno: 16 in Sicilia, 15 in Lombardia, 13 in Piemonte e 10 in Liguria. La strada da percorrere, dunque, è ancora lunga e in salita, ma resta prioritaria per rendere la mobilità sostenibile per il pianeta.

 

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