Che cosa sono le città 30 km/h e come riducono le emissioni

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01Modello città 30 km/h: come funziona e quali sono i vantaggi 02Città 30 km/h: a che punto siamo in Italia

La crisi climatica ha mostrato chiaramente come le nostre città devono, quanto prima, cambiare aspetto instaurando nuovi ritmi. In che modo? Attraverso una vera rivoluzione green, fatta di strutture innovative ed inclusive, che mettano al bando le barriere e che diano la possibilità di spostarsi, nei centri urbani, in modo totalmente diverso, utilizzando le piste ciclabili, ad esempio, ad una velocità di circolazione molto più contenuta.

È questa la concezione che sta alla base delle città 30 km/h, un modello di centro urbano totalmente nuovo, “disegnato” dall’urbanista svizzera Lydia Bonanomi nel saggio Le temps des rues e oggi esempio virtuoso che porta con sé benefici, non solo sull’ambiente, ma anche per la vita delle persone e delle città.

01Modello città 30 km/h: come funziona e quali sono i vantaggi

Il modello delle città 30 km/h teorizzato da Lydia Bonanomi oggi non solo è diventato realtà, ma rappresenta una delle strade maestre per dare un contributo rilevante nella sfida contro i cambiamenti climatici, in un processo graduale di convergenza verso gli standard verdi.

Si tratta di una vera rivoluzione nel movimento su gomma, oltre che nello stile di guida di tutti i conducenti di veicoli. L’idea di base, infatti, è quella di ridurre la velocità del traffico veicolare a 30 km/h nei centri urbani. Una trasformazione che pone solo vantaggi e benefici in quanto non solo permette di ridurre l’inquinamento e lo smog, ma anche di aumentare la sicurezza sulle strade, di recuperare suolo e qualità dello spazio pubblico, di diminuire l’inquinamento acustico delle città ed il consumo di carburante.

Limitare il traffico, dunque, è un’iniziativa benefica per l’ambiente ed il futuro di tutti noi, in termini di sicurezza e di qualità della vita. Le strade, infatti, possono tornare ad essere non solo luoghi di traffico, ma di socialità ed incontro. Non un sogno, ma realtà in diversi centri urbani. Questo accade, infatti, in diverse città del Nord Europa dalla Svezia alla Germania, dalla Finlandia alla Danimarca fino in Belgio con notevoli risultati sulla riduzione delle emissioni. E in Italia, qual è la situazione?

02Città 30 km/h: a che punto siamo in Italia

L’Italia resta ancora indietro. Il modello delle città 30 km/h tarda, infatti, ad affermarsi. Nel nostro Paese, solo una città ha già applicato questo esempio virtuoso mostrando a tutti come anche nel Bel Paese si può cambiare rotta.

Si tratta di Olbia che ha scelto di ridurre il traffico veicolare, preferendo spostamenti più sostenibili come la bicicletta, così da modificare sensibilmente l’assetto della città. “I pedoni sono più liberi ed i bambini più autonomi” ha spiegato il sindaco di Olbia Settimo Nizzi che ha illustrato come la qualità della vita nella città sarda sia migliorata notevolmente, anche grazie alla riduzione dell’inquinamento acustico.

Un esempio che ha mosso alcune sperimentazioni nel resto della Penisola. Nel quartiere Rovereto di Milano, infatti, è in atto il progetto TrentaMI in Verde che, riducendo la velocità veicolare, punta a migliorare la qualità dell’aria nella zona interessata producendo anche un effetto psicologico distensivo per gli abitanti del quartiere. Ad Ascoli Piceno, inoltre, si è discusso della misura prendendo in considerazione di possibilità di attuare il modello città 30 km/h sul territorio cittadino.

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