Digitale e sostenibile: la mobilità elettrica del futuro

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Una rete di ricarica sempre più capillare, con l’obiettivo di offrire agli utenti elettrici un’esperienza di mobilità sempre più facile: è questa la mission di Be Charge, operatore integrato per la mobilità elettrica che, insieme al Gruppo CVA, lavora per incrementare la mobilità sostenibile in Valle d’Aosta. Circa 250 infrastrutture di ricarica e la sperimentazione di progetti innovativi di Vehicle to Grid (V2G) per rendere l’utilizzo diffuso dei veicoli elettrici più smart: il progetto portato avanti nel territorio valdostano si inserisce in una visione ampia e strategica che pone al centro delle città del futuro la mobilità sostenibile. Quali sono le sfide da affrontare e quelle giù superate? Perché un’auto elettrica non è un semplice acquisto ma una scelta di vita? Ne parla Roberto Colicchio, Head of Business Development di Be Charge.

Mobilità elettrica e sostenibile: perché è importante per il pianeta e quali sono i vantaggi di chi sceglie un’auto elettrica?

La mobilità elettrica, oltre agli indubbi vantaggi ambientali dimostrati da numerosi studi di settore, consente di ridurre le emissioni di gas di scarico dei veicoli: la combustione da benzina o diesel viene sostituita da una batteria elettrica che, il più delle volte, è rifornita con energia rinnovabile. In questo modo, tutto il ciclo di vita e produzione del veicolo è legato a un concetto di sostenibilità ambientale. In particolare, nel modello implementato insieme a CVA, l’energia utilizzata per la ricarica delle colonnine è proveniente dalle loro centrali idroelettriche e, quindi, 100% rinnovabile. La mobilità elettrica è legata anche alla scelta di un certo stile di vita: chi decide di comprare un veicolo elettrico lo fa non solo per spostarsi, ma per contribuire a dare l’esempio nel suo piccolo. In questo periodo storico, dove l’acquirente ha a disposizione più scelte d’acquisto e il veicolo elettrico ha un costo tendenzialmente più alto di quello tradizionale, chi fa questa scelta è sicuramente qualcuno che vuole dare il suo contributo al pianeta. Inoltre, guidare un veicolo elettrico è facile e divertente: ha un’andatura lineare ed è molto silenzioso. Per far sì che le auto elettriche, come da normativa, siano individuabili dai pedoni, alcune case automobilistiche mettono a disposizione l’opportunità di associare ai veicoli rumori personalizzabili: dalla musica classica ad altre tipologie di suoni piacevoli.

Tra i nodi da sciogliere in fase di acquisto, c’è quello della concreta disponibilità di infrastrutture di ricarica in territori diversi. Qual è la situazione in Italia oggi? Acquistare un’auto elettrica – e gestirla – può essere facile in città come in provincia?

Ad oggi le infrastrutture di ricarica elettrica sono abbastanza diffuse nei centri urbani più grandi e ancora relativamente diffuse nelle grandi arterie a percorrenza di lunga tratta e nei centri meno urbanizzati. Ci sono soggetti come Be Charge che hanno come obiettivo quello di dotare di infrastrutture anche le zone definite a “fallimento di mercato”, ovvero dove la diffusione di veicoli elettrici non giustificherebbe ancora l’investimento in colonnine di ricarica. Ciò nonostante, abbiamo deciso di investire nella mobilità elettrica prima della sua diffusione di massa: abbiamo già installato 4000 punti di ricarica in tutto il territorio nazionale e altri 4000 sono in costruzione. Molte di queste infrastrutture non saranno collocate solo nei centri urbani. Ci sono alcuni progetti regionali, come quello intrapreso con CVA, che vanno a coprire frazioni poco abitate ma necessarie a coprire punti strategici e turistici della valle. Quello che limita la crescita rapida delle infrastrutture di ricarica è la burocrazia: poter installare una colonnina, dal punto di vista tecnico, è relativamente semplice. I processi amministrativi e autorizzativi non lo sono altrettanto perché i passaggi decisionali della pubblica amministrazione non sono standardizzati e, per questo, dobbiamo interfacciarci direttamente con i comuni e affrontare procedure piuttosto complesse. In alcuni casi, per la tutela del territorio, ci sono dei vincoli paesaggistici o ambientali che rallentano la costruzione della colonnina elettrica: nonostante sia un oggetto poco ingombrante e facilmente inseribile nel contesto ambientale, ci sono dei vincoli di sovraintendenza che richiedono lunghe attese. Oggi in Italia il rapporto tra colonnine e auto elettriche è uno tra i migliori d’Europa: la capillarità delle infrastrutture è migliorata, ma occorre lavorare sulla possibilità di semplificare la pianificazione – ad oggi ancora necessaria – dei viaggi più lunghi in elettrico. Un gap importante per l’Italia, fino a poco tempo fa, era la non presenza –  o la scarsità –  di colonnine di ricarica in autostrada: da poco Autostrade per l’Italia ha lanciato un programma di dotazione di colonnine di ricarica ad alta potenza che consentiranno la ricarica dei veicoli elettrici in 15 minuti. Questo sicuramente faciliterà anche la percorrenza di lunghe distanze.

Semplificare la ricarica delle auto elettriche è molto importante per spingere sulla diffusione di questi veicoli: quali sono le strategie che mette in campo Be Charge? Si diversificano in base ai luoghi di destinazione?

La nostra scelta di tipologia di colonnine è strettamente legata al luogo di destinazione: supermercati, alberghi o centri cittadini sono adatti ad ospitare colonnine “quick” con corrente alternata da 22 kWh che permettono di ricaricare il veicolo in un arco temporale che va da mezz’ora a un’ora mezza. La vera novità di chi guida l’auto elettrica è ottimizzare il tempo e ricaricare il veicolo mentre si fa altro. Diverso, invece, è il concetto di strada a scorrimento veloce dove è necessario installare colonnine ad alta potenza che permettano tempi di ricarica inferiore ai 15 minuti: questi investimenti sono molto più alti e perciò le location di destinazione vengono attentamente selezionate.

Quali sono gli aspetti più problematici da affrontare e valutare nella diffusione delle colonnine di ricarica?

Per procedere con l’installazione, abbiamo bisogno dell’autorizzazione dei proprietari dei suoli pubblici che, spesso, non hanno ancora la giusta sensibilità in merito: c’è bisogno di molto lavoro relazionale e commerciale per far comprendere all’amministratore pubblico che, agevolando la transizione verso la mobilità elettrica, sta facendo un bene per il suo territorio. Tuttavia, negli ultimi anni. la situazione è molto migliorata: è in corso un cambiamento culturale diffuso che sta arrivando anche ai decisori pubblici locali. Un altro ostacolo alla rapidità di diffusione delle infrastrutture, è la disponibilità di energia elettrica: per l’installazione delle colonnine, è necessaria la connessione di rete da parte dell’istitutore di energia locale. Sebbene non ci sia un problema di energia in Italia, quello che rappresenta un rallentamento è la possibilità di avere connessione in un determinato luogo: in alcuni punti del territorio non è possibile installare colonnine per la mancanza di potenze elettrica e il distributore di energia ha esigenza di eseguire lavori di ammodernamento della rete per consentire l’installazione delle colonnine. Ma queste sono tematiche che, frequentando il territorio, si risolvono: è il cambiamento culturale che va perseguito e, negli ultimi tre anni, la situazione è migliorata.

Qual è lo scenario urbano del futuro che Be Charge immagina?

La vera novità della mobilità elettrica è il suo essere fortemente digitale: sia i veicoli che le colonnine sono connesse in rete e quindi ci sono informazioni che, chi gestisce il territorio, può avere dalla presenza di colonnine di ricarica. Questo, in un’ottica di scambio di informazioni tra diversi settori, può aiutare tantissimo a modificare flussi di traffico, decidere quali aree pedonalizzare o da dedicare ai veicoli elettrici. In un futuro non troppo lontano, mi aspetto che i percorsi degli automobilisti vengano suggeriti dal veicolo stesso che, interfacciandosi con la presenza di colonnine di ricarica sul territorio, avrà modo di indirizzare chi guida verso le colonnine più libere o economiche. Oggi il pricing della ricarica elettrica è molto tradizionale: presto potremo iniziare a vedere dinamiche di pricing, scontistiche ed engagement che andranno a far interagire la colonnina con tutto l’ecosistema che ha intorno. Stiamo già intraprendendo iniziative in questa direzione con i soggetti che ci ospitano, come i supermercati: la possibilità che il veicolo elettrico possa riscontrare vantaggi tangibili ed economici da utilizzare sono molto importanti perché la colonnina e il veicolo elettrico sono connessi in rete proprio per interfacciarsi con altri sistemi digitali che fanno parte della vita quotidiana. Inoltre, un elemento in più a vantaggio del veicolo elettrico, è quello di essere un asset in grado di bilanciare la rete elettrica poiché in grado di scambiare energia con essa.

“Chi acquista l’auto elettrica lo fa per spostarsi, ma permette anche di bilanciare i carichi della rete: non ci siamo ancora arrivati ma, quando la mobilità elettrica diventerà di massa, diventerà la prassi”

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