Per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e tutelare il futuro del nostro pianeta, l’Unione europea ha introdotto nuove misure che mirano a contenere le emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’obiettivo attribuito all’Italia per i settori non ETS (il civile, l’industria non energivora, i trasporti – esclusa l’aviazione – e l’agricoltura) è declinato nella proposta di Effort Sharing Regulation (ESR) che assegna all’Italia un obiettivo di riduzione delle emissioni del 33% da raggiungere entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005: l’Italia dovrà ridurre, rispetto al 2016, le emissioni di gas serra in questi settori di una quantità pari a circa 50 Mt (milioni di tonnellate) di CO2 equivalente, che equivale a ridurre di circa la metà le emissioni dal trasporto stradale.
Al fine di ridurre la sua dipendenza dal petrolio e di raggiungere gli obiettivi fissati dal pacchetto “Unione dell’Energia” (Energy Winter Package), è necessario adottare atti legislativi e non legislativi, riguardanti alcuni dei settori più importanti della politica ambientale ed energetica dell’UE: tra questi, lo sviluppo della mobilità elettrica. In quest’ambito la Direttiva UE 844 del 30 maggio 2018 ha introdotto l’obbligo di installare le strutture necessarie per i punti di ricarica dei veicoli elettrici negli edifici residenziali e non residenziali. L’obiettivo più a breve termine (2020) è installare almeno 800.000 punti di ricarica. Le azioni dell’Unione Europea per lo sviluppo della mobilità elettrica prevedono anche l’adozione di vari tipi di incentivi per incoraggiare l’acquisto di veicoli elettrici.
Sul piano delle politiche nazionali, invece, uno strumento normativo efficace per garantire la sostenibilità nella gestione dei trasporti è il piano urbano di sostenibilità, previsto dalla normativa nazionale per “soddisfare i bisogni di mobilità della popolazione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico e acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’auto privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane”. Il Piano si articola in una strategia con un orizzonte temporale di breve, medio e lungo periodo e sviluppa una visione di sistema della mobilità. Il suo obiettivo è favorire la sicurezza, l’accessibilità per tutti e implementare le tecnologie per accrescere “l’intelligenza” tra infrastruttura, veicolo e persona. La politica dei trasporti costituisce dunque uno dei principali fondamenti su cui si impernia la strategia europea in tema di sostenibilità urbana. Gli impatti sull’ambiente, sulla salute umana e sull’economia, generati dall’attuale configurazione del sistema dei trasporti, incidono negativamente sulla qualità della vita nelle aree urbane. Ripensare la mobilità urbana al fine di ridurre gli effetti negativi da essa generati è quindi una priorità.