Le scelte da fare per rendere la mobilità sostenibile

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01Promuovere una nuova cultura della mobilità urbana 02Favorire le nuove forme di mobilità, integrandole con adeguati livelli di qualità del servizio 03Sostenere gli investimenti nel trasporto pubblico e nella mobilità elettrica

Il concetto di mobilità sostenibile è composto da più dimensioni. Non è semplicemente sinonimo di mobilità elettrica, che ne costituisce una parte importante, ma ha a che fare sia con soluzioni di trasporto, sia con modalità e abitudini di spostamento in grado di diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dai mezzi di trasporto.

La mobilità, per definirsi sostenibile, deve offrire soluzioni alternative in diversi contesti di azionesociale, ambientale ed economico. Nello specifico, le modalità di spostamento risultano sostenibili da un punto di vista sociale se contemplano scelte più efficaci per la mobilità, come ad esempio l’accesso facilitato e immediato alle informazioni su servizi pubblici e privati; se agevolano la possibilità di spostarsi a piedi o in bicicletta; quando offrono servizi pubblici locali di qualità e si dimostrano accessibili e praticabili anche per le persone diversamente abili (viaggiatori a mobilità ridotta). Dal punto di vista ambientale, invece, la mobilità dei trasporti si traduce nella loro capacità non di accrescere, ma ridurre, le emissioni inquinanti e il rumore. Non meno importante è la sostenibilità economica dei trasporti, relativa ai costi per i cittadini con riferimento all’utilizzo di mezzi di trasporto collettive e individuali.

La mobilità sostenibile, dunque, è determinata da una combinazione articolata di scelte e politiche urbane: quali sono le più decisive? Scopriamole insieme.

01Promuovere una nuova cultura della mobilità urbana

L’evoluzione tecnologica permette all’utente di poter fruire di servizi pubblici e privati in condivisione, come car sharing (link articolo dedicato), bike sharing, ricariche auto elettriche, car pooling: in questo senso, il concetto di “trasporto pubblico” si è ampliato. Impensabile solo poche decine di anni fa, in cui l’automobile era uno status symbol: le nuove generazioni non sentono più la necessità di possedere un mezzo privato, ma ne apprezzano la praticità quando ne hanno bisogno.

02Favorire le nuove forme di mobilità, integrandole con adeguati livelli di qualità del servizio

Le nuove forme di mobilità, che prevedono forme di condivisione del mezzo, rappresentano un cambio di paradigma sociale: dal possesso del bene, all’accesso al servizio. Queste forme di mobilità condivisa possono diffondersi e diventare strutturali se abbinate, in un’ottica di integrazione, con altri servizi legati alla mobilità: un cittadino può prendere in considerazione di non possedere l’auto, ma di utilizzarla quando serve solo se esiste una rete di trasporti pubblici, servizio taxi, bike sharing, tale da metterlo in condizione di scegliere il mezzo di trasporto migliore in termini di costi e tempo, e a seconda della necessità.

03Sostenere gli investimenti nel trasporto pubblico e nella mobilità elettrica

Il 25% in Europa e il 26% in Italia delle emissioni di gas serra derivano dal settore dei trasporti. Il trasporto su strada ne produce circa il 71%. Secondo il Piano europeo di azione per il clima, sottoscritto anche dall’Italia, le emissioni di CO2 vanno ridotte del 33% entro il 2030. La strategia di decarbonizzazione dell’Unione europea prevede emissioni zero al 2050. Questo significa, per i trasporti italiani, la riduzione di CO2 dai 100 milioni t/anno attuali ai 76,8 milioni t/anno per il 2030. Concentrare gli investimenti e agevolare ii finanziamenti sulla mobilità sostenibile può aiutare a raggiungere l’obiettivo secondo i tempi.

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