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Quali sono gli sport invernali più green

6 minuti
01Sci da fondo, suggestivo e sostenibile 02Escursioni in ciaspole, godersi il paesaggio a ritmo “lento” 03Fat bike, avventura e adrenalina

L’arrivo del freddo più intenso, per gli amanti della montagna, rappresenta anche il momento ideale per programmare l’annuale settimana bianca all’insegna degli sport invernali.

Tuttavia, l’arrivo in montagna di migliaia di sciatori ed escursionisti, implica anche un decisivo impatto ambientale che mette a rischio il delicato equilibrio tra turismo e sostenibilità.

Basti pensare alle migliaia di automobili utilizzate per raggiungere le località di montagna o, in alcuni casi, all’ingente spreco di acqua ed energia elettrica necessario all’innevamento artificiale: un investimento di risorse pari 4 mila metri cubi d’acqua e 25 mila kWh per ogni ettaro di pista.

Per invertire la rotta, anche i singoli amanti della montagna possono fare la differenza, ad esempio scegliendo di praticare sport invernali a basso impatto ambientale. Ecco quali sono.

01Sci da fondo, suggestivo e sostenibile

Lo sci da discesa è sicuramente tra le discipline più praticate in montagna ma, per rendere l’attività più sostenibile, lo sci di fondo è un’ottima alternativa green: permette di esplorare lunghi tratti di montagna incontaminati e non necessita di impianti di risalita energivori.

Nello sci di fondo vengono utilizzate due tecniche distinte: classica e skating.

La tecnica classica viene utilizzata sui trail da sci con due solchi paralleli nella neve. Quando lo sciatore si sposta con un movimento simile alla camminata, lo sci scivola lungo questi canali. Questa tecnica è perfetta per la chi è alla prima esperienza con lo sci di fondo oppure per esplorare il paesaggio con un ritmo rilassato.

Lo skating, o freestyle, utilizza la stessa tecnica di movimento del pattinaggio su ghiaccio e richiede maggiore equilibrio e coordinazione per solcare piacevolmente i percorsi.

In entrambi i casi, sono innumerevoli i benefici fisici: lo sci di fondo è una specialità invernale che coinvolge tutta la muscolatura, migliora la resistenza, il senso dell’equilibrio e le capacità di coordinamento. Il movimento che si compie per sciare è completo, vengono coinvolte sia la parte alta che quella bassa del corpo e il cuore, rispetto allo stato di riposo, batte con una frequenza cardiaca costante ma più elevata.

Sport anche accessibilità e inclusività: nei silenzi innevati, le piste di fondo attendono tutti. Chi ha appena iniziato a sciare e chi non smetterà mai di farlo, i piccolissimi e le famiglie, chi si allena con impegno e chi si incanta davanti al paesaggio.

Le piste si distinguono per l’inconfondibile impronta sulla neve dei binari paralleli che corrono accanto ad un più ampio spazio appositamente battuto.

Aree pensate unicamente per lo sci di fondo, bisogna quindi evitare di camminare con gli scarponi o con le ciaspole: a completare la scelta eco sostenibile, nel caso si scelga di inforcare gli sci, si potrebbero acquistare sci composti di materiali ecologici, come quelli in fibra di lino, in legno ecosostenibile o materiali riciclati, meglio ancora se trattati con vernici a base acquosa.

02Escursioni in ciaspole, godersi il paesaggio a ritmo “lento”

Per chi non ama sciare e desidera relax e tranquillità, le escursioni in ciaspole sono perfette: un’esperienza più isolata dalla folla ma non per questo meno emozionante. Le “ciaspolate” rappresentano un vero toccasana per corpo e mente: una volta calzate le ciaspole, si mettono in moto praticamente tutti i muscoli del corpo.

Dai quadricipiti ai glutei, dai dorsali ai tricipiti: lo sforzo pervade il corpo interno in un’attività completa e molto stimolante.

La Valle d’Aosta offre  centinaia di chilometri di piste sempre perfettamente battute per lo sci nordico, oltre a innumerevoli  itinerari  da percorrere a piedi attraverso boschi e paesaggi suggestivi, dove non è raro incontrare tracce di animali selvatici o passare accanto ad alcuni dei nostri bacini.

La neve trasforma alcune delle passeggiate estive proposte in Giri d’Energia in escursioni da praticare con le ciaspole come quella che parte da un punto panoramico della diga di Beauregard, a Valgrisenche nella frazione Bonnes (1810 m slm) verso il Rifugio degli Angeli e l’Arp Vieille (2.963 m slm).

Non resta che scegliere le ciaspole adatte. Come? Innanzitutto considerando che, quelle di dimensioni più grandi, permettono di “galleggiare” meglio sulla neve fresca e sono perfette per i tratti pianeggianti, ma di contro meno facili da manovrare. Viceversa, le più piccole sono adatte a un manto nevoso duro e compatto.

Ma la scelta varia anche in base al peso e alla corporatura dell’escursionista, pertanto è necessario verificare il range di portata indicato dal produttore per ogni modello. Tra le dotazioni che bisogna considerare ci sono anche gli alzatacco che facilitano la camminata in salita, il sistema di bloccaggio del piede utile in discesa e gli attacchi che permettono al piede di rimanere ben piantato alla racchetta da neve.

03Fat bike, avventura e adrenalina

Pedalare sulla neve, tra piste compatte e sentieri ricoperti di neve fresca: divertimento, fatica, adrenalina sono le caratteristiche delle fat bike, modelli di due ruote (muscolari oppure a pedalata assistita) che negli ultimi sono ormai presenze fisse in tanti comprensori montani italiani.

Le fat bike sono adatte a tutti i ciclisti, calibrando la tipologia di escursione in base al proprio livello di allenamento e capacità tecnica.

Concepite proprio per terreni a bassa aderenza come la neve e il ghiaccio, le biciclette fat hanno ruota anteriore e posteriore sovradimensionate.

Per chi non volesse acquistare ex novo una bici fat basta solo adattare la propria mountain bike con un “ktrak”, un kit costituito da uno sci da fissare sulla ruota anteriore e un meccanismo da montare su quella posteriore che trasforma la bike in un nuovo mezzo green per esplorare le nevi.

L’impressione è quella di guidare una bici da trekking sullo sterrato: l’ideale per chi sulla neve cerca emozioni forti, senza gravare sull’ambiente.

La storia delle fat bike lo conferma: anche se le prime versioni di bici con le ruote grosse furono probabilmente costruite in un numero limitato nei primi anni del 1900, le prime Fatbike furono sviluppate negli anni ’80 in due parti opposte del mondo. Una ideata per le sabbie del Messico e una pensata per le nevi dell’Alaska. Oggi, lo spirito di avventura che anima le fat bike, è lo stesso e si muove tra i paesaggi innevati preservandone il benessere.

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