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Bonus antiplastica: come funziona l’incentivo per i negozi che vendono prodotti sfusi

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01Come funziona e cosa prevede il bonus antiplastica 02Come richiedere il bonus

Acquistare il necessario, senza imballaggi: i negozi sfusi sono luoghi in cui è possibile fare la spesa alla spina e pagare a peso. Veri e propri supermercati senza imballaggi, in cui i prodotti sono solitamente esposti in dispenser trasparenti e, per acquistarli, è necessario essere provvisti di contenitori. Ogni acquirente può portarsi i propri contenitori da casa o utilizzare il metodo del classico “vuoto a rendere”: sacchettini di carta o in tessuto, così come i contenitori in vetro, potranno essere restituiti dopo l’uso. Per agevolare la riduzione della plastica e supportare i negozi che vendono prodotti alimentari e detergenti sfusi, questi ultimi possono usufruire del bonus antiplastica: ecco di cosa si tratta.

01Come funziona e cosa prevede il bonus antiplastica

A due anni di distanza dalla norma primaria che lo aveva istituito, il decreto clima del 14 ottobre 2019, il bonus “anti-plastica” è destinato ai negozi che vendono prodotti alimentari e detergenti sfusi: un incentivo per il ritorno alle vendite senza packaging, dettato dall’esigenza di ridurre la produzione dei rifiuti in linea con i target europei di contrasto all’inquinamento e al cambiamento climatico. Il contributo a fondo perduto potrà arrivare fino a 5mila euro ed è corrisposto secondo l’ordine di presentazione delle domande entro il limite di 40 milioni di euro, vale a dire le risorse stanziate per la misura dal decreto Clima, 20 milioni per il 2020 e altrettanti per il 2021.  Il bonus si rivolge ai piccoli esercizi di vicinato, ma anche alla media e grande distribuzione per la predisposizione di spazi dedicati alla vendita ai consumatori di prodotti alimentari e detergenti, sfusi o alla spina, o per l’apertura di nuovi negozi che prevedano esclusivamente la vendita di prodotti sfusi. Fra le spese ammissibili vi sono quelle sostenute per l’adeguamento dei locali per l’acquisto di attrezzature funzionali alla vendita di prodotti sfusi – inclusi l’arredamento o l’allestimento del punto vendita o di uno spazio dedicato – oltre alle spese per la pubblicità dell’iniziativa.  Non rientrano nel bonus prodotti sfusi le spese sostenute per l’acquisto o l’igienizzazione dei contenitori e dei prodotti alimentari e detergenti venduti. Inoltre, è necessario un periodo minimo di 3 anni di svolgimento dell’attività di vendita, a pena di revoca del contributo.

02Come richiedere il bonus

Per richiedere il bonus antiplastica, sarà predisposta una piattaforma dedicata sul sito del ministero per la Transizione ecologica. A causa del ritardo dell’emanazione della legge, prevista entro la metà di dicembre 2019, rientrano nella possibilità di fare domanda spese certificabili con relative fatture relative al 2021, ma anche al 2020: la validità delle spese al fine dell’acquisizione del bonus deve essere definita da un’attestazione rilasciata dal presidente del collegio sindacale oppure da un revisore legale iscritto nell’apposito registro come un commercialista, un perito commerciale o un consulente del lavoro o il responsabile. L’esito della domanda per il bonus sarà comunicato entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza e, in caso di eventuale riconoscimento dell’agevolazione, sarà specificato anche l’importo del contributo spettante. ll contributo sarà riconosciuto da parte del Ministero della transizione ecologica secondo l’ordine di presentazione delle domande e fino all’esaurimento delle risorse. Perciò, attenzione alle scadenze: per le spese sostenute nel 2020, le imprese interessate dovranno presentare domanda entro 60 giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta attivazione della piattaforma. In relazione alle spese sostenute nel 2021, invece, entro il 30 aprile 2022.

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