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Combustibili fossili: cosa sono e in cosa differiscono rispetto alle fonti rinnovabili

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01Che cosa sono i combustibili fossili 02Combustibili fossiili e rinnovabili: le differenze

Cambiamento climatico, futuro sostenibile, inquinamento e transizione energetica: nell’acceso dibattito su questi temi, i protagonisti nella Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP26 sono i combustibili fossili. Riconosciuti come i principali responsabili dei cambiamenti climatici, il loro utilizzo come fonti energetiche causa il rilascio nell’atmosfera di emissioni climalteranti: ma da cosa sono composti e perché possono essere così dannosi? Ecco quello che c’è da sapere per adottare uno stile di vita più sostenibile in modo consapevole in ambito energetico, valutando in modo accurato le alternative più green al petrolio e ai suoi derivati.

01Che cosa sono i combustibili fossili

Le fonti fossili sono sostanze organiche utilizzate per la combustione e la produzione di energia elettrica o termica: questi composti naturali si sono sviluppati nel corso di milioni di anni, attraverso diverse reazioni chimiche che hanno decomposto il materiale organico in sostanze stabili ad alta concentrazione di carbonio. I principali combustibili fossili sono petrolio, carbone e gas naturale. Il petrolio è una sostanza liquida formata con la decomposizione dei microorganismi, i cui depositi accumulati sul fondo del mare hanno subito in milioni di anni trasformazioni chimiche e meccaniche. Per essere utilizzato nei processi di combustione come fonte energetica il petrolio deve essere raffinato, un processo di lavorazione che permette di ottenere combustili come il diesel, la benzina, la plastica e l’asfalto: il massiccio uso di prodotti derivati del petrolio nel corso dell’ultimo secolo ha provocato un forte aumento dell’effetto serra, poiché la sua combustione causa emissioni elevate di anidride carbonica nell’atmosfera. Il gas naturale, invece, è un altro combustibile fossile molto diffuso: si compone soprattutto di molecole di metano, viene estratto tramite trivellazione ed è comprimibile per agevolarne il trasporto fino agli stabilimenti di lavorazione e distribuzione. Poiché viene considerato meno inquinante rispetto ai derivati di petrolio e carbone, il consumo mondiale di gas naturale è aumentato negli ultimi 20 anni in modo significativo. Infine, il combustibile fossile più conosciuto e utilizzato da maggior tempo: il carbone. La sua origine è legata alla sedimentazione di specie vegetali di grandi dimensioni, compresse nel corso di oltre 300 milioni di anni da una serie di strati di terreno. Viene ottenuto dalla lavorazione delle rocce sedimentarie, fino a realizzare un combustibile con circa il 50% di atomi di carbonio: nonostante il suo utilizzo generi sempre alte emissioni di gas climalteranti, rispetto a petrolio e gas naturale si tratta di una fonte più economica e accessibile, con una maggiore disponibilità a livello mondiale.

02Combustibili fossiili e rinnovabili: le differenze

Il problema principale legato all’uso dei combustibili fossili sono le emissioni di gas serra, come l’anidride carbonica, il metano e il monossido di carbonio. Inoltre, la loro estrazione causa importanti danni ambientali poiché implica l’inquinamento di mari e suolo, con operazioni estremamente costose di ricerca e sfruttamento dei giacimenti. Inoltre, a beneficiare dei combustibili fossili, sono soprattutto alcuni paesi con abbondanza di riserve di petrolio, gas e carbone, mentre gli altri sono costretti ad importare a caro prezzo le materie prime per l’energia, creando una disuguaglianza a livello globale. Le energie rinnovabili, invece, sono quelle fonti di energia presenti in natura che si rigenerano dopo ogni utilizzo e, quindi, sono potenzialmente inesauribili. Al contrario, le fonti di energia non rinnovabile sono disponibili solo in quantità limitate e, una volta terminata la scorta di cui dispone il nostro pianeta, non saranno più utilizzabili. Per questi motivi, convertire la produzione di energia verso le fonti rinnovabili non è un fatto solo di mera necessità, ma di opportunità: trovare la chiave di volta per rendere maggiormente efficienti le fonti rinnovabili – mutevoli per natura – è il fronte che vede impegnati tutti i produttori di energia. In più, grande stimolo è dato dall’obiettivo 7 «Energia pulita e accessibile» dell’Agenda 2030 dell’ONU e dal Green Deal dell’Unione Europea: diventare leader nell’economia verde, azzerare il ricorso ai combustili fossili e ripensare a come gestire l’energia in modo sostenibile sono gli obiettivi a lungo termine di questi piani.

 

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