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Francia, vietate in parte le pubblicità delle fonti fossili: cosa stabilisce il provvedimento

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01Perché il gas è esonerato dalla normativa francese 02Malumori e proteste contro il provvedimento: ecco i motivi

La decisione è ormai presa e la normativa è già entrata in vigore: in Francia non è più possibile diffondere pubblicità di aziende che sfruttano le fonti fossili.

Il decreto rientra nella legge Clima e resilienza che estende il divieto non solo alle aziende petrolifere, ma anche a quelle minerarie. Eppure è stata inserita una deroga che ha creato malumori e critiche. Scopriamo di cosa si tratta.

01Perché il gas è esonerato dalla normativa francese

Le critiche riguardano la deroga relativa al gas, la cui pubblicità sarà vietata solo a partire dal 30 giugno 2023.

Una decisione giustificata dal fatto che scadrà il prossimo luglio la cosiddetta tariffa regolamentata della vendita del gas, una misura statale volta a fissare una volta l’anno il prezzo dei contratti di fornitura su proposta della Commissione per la regolamentazione dell’energia.

Quindi fino a quella data saranno consentiti spot televisivi, radiofonici e pubblicità su giornali e riviste di società produttrici di gas.

Le critiche non finiscono qui. In Francia dallo scorso primo luglio non esiste più nessun controllo sul mercato da parte dello Stato che si affida alla completa concorrenza delle aziende. Questo significa che diventa necessario, come prevede la legge stessa, che “gli attori presenti sul mercato si facciano conoscere”.

Le aziende potranno dunque continuare a pubblicizzarsi attraverso il mecenatismo o le sponsorizzazioni di eventi o concesse a terzi e a effettuare comunicazioni istituzionali e finanziarie.

02Malumori e proteste contro il provvedimento: ecco i motivi

Questa normativa caratterizzata da ampie deroghe e concessioni ha creato molti malumori tra le associazioni ambientaliste, che si aspettavano che il divieto riguardasse anche trasporti aerei, marittimi e stradali alimentati da combustibili fossili.

Per questo motivo Greenpeace Francia ha deciso di avviare una raccolta di un milione di firme che dovrà essere completata entro il prossimo ottobre per obbligare la Commissione di Bruxelles ad estendere il divieto a livello europeo.

L’iniziativa lanciata da Greenpeace è così motivata: “Le multinazionali più inquinanti al mondo” – ha spiegato l’associazione – “sono tutte attive nel mercato dei combustibili fossili e continuano a inquinare con i loro business, ignorando gli allarmi della scienza sui cambiamenti climatici e sui rischi per la salute. Sono indifferenti di fronte alle vittime dello smog, delle frane e delle alluvioni, o agli incendi che devastano intere foreste. Ma sono sensibili alle loro perdite finanziarie. Per questo dobbiamo agire sulle loro campagne pubblicitarie: se non potranno più pubblicizzare i loro prodotti, ridurremo il loro potere di influenzare il mercato”.

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