

A salvare le città rendendole sempre più sostenibili e salutari ci penseranno le foreste urbane. Cosa sono? Spazi verdi come lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, orti urbani, giardini, ville storiche e verde di quartiere che, sottratti al traffico, allo smog e alle povere sottili rappresentano un luogo dove rigenerarsi e mitigare gli effetti negativi della soffocante urbanizzazione.
Sono tanti gli esempi di foreste urbane realizzate in molte città del mondo negli ultimi anni: dall’australiana Melbourne alla nostra Milano, passando per la nebbiosa Londra fino alla chiassosa Barcellona, raggiungendo il Canada con Vancouver o la Colombia con Bogotà. Ma il futuro riserva anche dell’altro: quali saranno le caratteristiche delle nuove città a emissioni zero?
01Foreste urbane: quali sono i progetti previsti nel mondo
“Andare oltre”: è questo il motto da usare per la progettazione delle nuove città verdi e agevolare la transizione ecologica nei centri urbani. Non bastano ettari ed ettari di boschi, giardini e prati, attraversati da piste ciclabili. Bisogna guardare al di là del proprio territorio urbano, superare i confini cittadini per costruire reti verdi diffuse, capaci di collegare la città al territorio circostante.
Questo cambio di prospettiva guida il progetto World Park, ideato da Richard Weller: il “Parco mondiale” nasce dalla strategia di destinare gli investimenti in quelli che sono stati individuati come gli hotspot della biodiversità. Quanti sono? Ci si riferisce a 36 regioni nelle quali l’obiettivo della conservazione delle specie può avere un enorme impatto nel garantire la biodiversità globale.
Altro progetto di ampio respiro è il Pan-European ecological network, che ha l’obiettivo di collegare i corridoi verdi di tutta l’Europa, che comprende aree nodali, corridoi ecologici, fasce di salvaguardia e aree di rigenerazione.
La necessità di bloccare l’eccessiva urbanizzazione nasce dall’esigenza di fermare le forti pressioni sull’ambiente di cui sono colpevoli le città: i centri urbani intensamente popolati modificano il clima locale creando delle “isole di calore”, e riducono la disponibilità di risorse naturali.
E la situazione andrà solo peggiorando in futuro, se non si attuano soluzioni verdi come le foreste urbane. Infatti, nonostante le città coprano il 3% della superficie terrestre, rappresentano il 60-80% del consumo globale di energia e il 75% delle emissioni di carbonio mondiali.
A questo quadro già critico si aggiunge il problema che la maggior parte dell’espansione urbana futura avverrà in aree a scarso sviluppo economico, nelle quali potrebbe aumentare il degrado ambientale e peggiorare la sicurezza o la salute pubblica.
02A che punto siamo in Italia con le foreste urbane
In Italia si pensa ad attuare un piano complesso, un “Parco reticolare sistemico di alberi e foreste” che colleghi le aree urbane all’ampia struttura forestale alle aree protette interne del Paese. Uno spazio immenso e multifunzionale, dove boschi, prati, orti sociali, campi si alternano anche a foreste verticali, come pareti e tetti verdi, soluzioni di bioingegneria, sistemi intelligenti rinnovabili che possono aiutare le città a diventare più vivibili e abitabili secondo i ritmi della natura e i principi della sostenibilità.
Come attuare questo progetto? Attribuendo un nuovo ruolo ad alcuni ambiti cittadini, che sono trascurati e poco valorizzati. Si tratta di recuperare boschi naturali residui, aree abbandonate, semi-abbandonate o degradate, aree ex-industriali e siti contaminati, realizzare impianti artificiali e rimboschimenti, piantagioni forestali e policicliche, dove portare avanti le nuove frontiere del restauro ecologico.
Con questo obiettivo, il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato un avviso per la sperimentazione di progetti di forestazione urbana: con un finanziamento di 330 milioni di euro la mission è piantare 6,6 milioni di alberi nelle città metropolitane entro il 2024.
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