

L’emergenza pandemica ha profondamente modificato le abitudini degli italiani negli spostamenti: come evidenziano le ultime indagini Istat a riguardo, ci si sposta con minor frequenza, soprattutto per studio e lavoro. Cala l’utilizzo dei mezzi pubblici, a vantaggio delle auto private. Prima della pandemia, oltre l’80% degli intervistati attualmente occupati o studenti maggiorenni si spostava almeno cinque volte a settimana per motivi di lavoro o studio, cioè praticamente tutti i giorni, periodo di riposo escluso: ecco cosa è cambiato.
01Meno spostamenti
La riduzione degli spostamenti è strettamente correlata alle esigenze concrete delle persone: rispetto al periodo pre-pandemia, la quota di intervistati che prevede di raggiungere il luogo di studio o lavoro almeno cinque volte a settimana si riduce in modo sensibile, al 68,1%. Aumentano, invece, gli intervistati che prevedono di fare meno di uno spostamento a settimana: sono il 12,4%, gran parte dei quali stima di non muoversi affatto. Tra occupati e studenti, uno su quattro prevede di modificare la propria frequenza di spostamento rispetto a prima della pandemia: in particolare, per un caso su due, il Covid-19 rappresenta l’unica ragione del cambiamento, cui si aggiunge un 17% che la definisce una concausa. I dati raccolti da Istat, dunque, ritraggono uno scenario molto diverso rispetto a gennaio-febbraio 2020: cosa è cambiato? Ci si sposta solo quando necessario, gli studenti frequentano meno le aule e chi lavora predilige lo smart working.
02Meno mezzi pubblici, più auto
Oltre ad essere inferiori, gli spostamenti degli italiani migrano dai mezzi pubblici all’auto privata. Il ricorso al trasporto pubblico, infatti, cala dal 27,3% pre-pandemia al 22,6% dell’autunno 2021: inoltre, la rinuncia a bus, metro e tram non sembra tradursi in un maggiore ricorso a bici e monopattini che rimane abbastanza stabile. Ad aumentare, invece, l’utilizzo dell’auto privata: la maggioranza degli intervistati (oltre il 55%) non utilizzava già prima e continuerà a non utilizzare il trasporto pubblico. Uno su quattro lo utilizzerà come in precedenza. Solo una ristretta minoranza (vicina al 2%) ne aumenterà l’utilizzo, mentre il 17,6% ridurrà la frequenza. Le nuove forme di mobilità non solo hanno cambiato le abitudini quotidiane, ma anche il parco auto e moto circolante: in Italia, secondo i dati dell’indagine mUp Research e Norstat, emerge che il 15,7% degli intervistati, pari a 6,9 milioni di individui, ha scelto di sostituire il proprio veicolo a motore, sia esso a due o quattro ruote, con uno meno inquinante, mentre il 6,3% degli intervistati ha ridotto l’uso del proprio mezzo affidandosi a servizi di sharing. Inoltre, circa il 5% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato il monopattino, quando possibile, come alternativa all’automobile.
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