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Dal riciclo delle mascherine un nuovo asfalto rinforzato

6 minuti
01Cos’è l’asfalto rinforzato 02La circolarità di SUPRA 03Le indicazioni dell’Agenzia internazionale dell’energia per azzerare le emissioni 04Le previsioni al 2050

Anche l’economia circolare scende in campo per affrontare l’emergenza sanitaria e lo fa a modo suo, conquistando la dimensione del riciclo di rifiuti plastici derivanti da mascherine e camici in tessuto-non tessuto. Che fine faranno? I rifiuti prodotti dall’uso dei dispositivi di protezione individuale serviranno a ottenere asfalto rinforzato, cioè un nuovo prodotto da utilizzare nell’ambito della costruzione delle strade, trasformando lo smaltimento dei DPI in qualcosa di molto utile in termini di sicurezza stradale. Si tratta di una vera e propria emergenza ecologica causata da due anni di pandemia che ha imposto l’uso continuo di mascherine ed esteso l’utilizzo di camici di tessuto non tessuto in molti ambiti: lo smaltimento di questi materiali crea diverse problematiche perché finora cestinati nell’indifferenziata e, nel caso delle mascherine, spesso dispersi nell’ambiente. La gravità del fenomeno è preoccupante visto che, a livello globale, ogni anno vengono prodotti oltre due miliardi di tonnellate di rifiuti indifferenziati. Riuscire a trasformare un rifiuto in una risorsa non solo porta a vantaggi economici, ma permette di ottenere notevoli vantaggi per l’ambiente e le persone. Cerchiamo di capire come questo possa avvenire anche in tema di riciclo di DPI.

01Cos’è l’asfalto rinforzato

Tra i materiali di ultima generazione, risulta particolarmente apprezzato perché garantisce performance superiori in termini di resistenza alla frattura e in termini di durata. Ed è proprio questo materiale ad essere al centro del progetto denominato SUPRA (Single Use PPE Reinforced Asphalt) che però lo arricchisce e perfeziona. Infatti, è stato scoperto che il materiale derivato da mascherine e camici, opportunamente trattato, produce prestazioni migliori rispetto a quelle degli asfalti rinforzati comunemente impiegati fino ad oggi in questo settore, a base di fibra di vetro o cellulosa. Si tratta di un’innovazione importante per la sicurezza delle strade che, asfaltate con questo materiale innovativo, risultano meno sensibili ai danni provocati dagli agenti atmosferici e dalle continue vibrazioni. Come dire meno infiltrazioni, meno buche, voragini e gravi dissesti che spesso sono all’origine di incidenti stradali. Il progetto è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa (DEIM) dell’Università della Tuscia, in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria Gestionale dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli studi di Bergamo.

02La circolarità di SUPRA

I vantaggi non si esauriscono solo in termini di performance e sicurezza stradale, ma evidenziano molteplici conseguenze positive in chiave di sostenibilità ambientale: le aziende impegnate nella gestione dei rifiuti da smaltire potranno trasformare i dispositivi DPI in risorse dal valore aggiunto, i produttori di asfalti potranno sostituire le tipologie di rinforzi finora utilizzati con un materiale che ha un costo inferiore e performance migliori e i gestori delle strade potranno ridurre i costi di manutenzione delle pavimentazioni stradali. Ecco spiegato perché grazie a questi risvolti in tema di economia circolare e riciclo, il progetto SUPRA è riuscito ad aggiudicarsi il “bando per il finanziamento di attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso – Edizione 2021”, lanciato dal Ministero della Transizione Ecologica.

Fonti di energia rinnovabili, efficienza energetica, investimenti sostenibili: l’Agenzia internazionale dell’energia ha redatto il primo studio al mondo che traccia la strada verso le emissioni zero e il contenimento dell’aumento della temperatura a 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, come previsto dall’Accordo di Parigi. Si tratta del rapporto  “Net zero by 2050: a roadmap for the global energy sector” che costruisce una vera e propria tabella di marcia per aumentare rapidamente la quota energia prodotta da fonti rinnovabili e ridurre gli investimenti in combustibili fossili e centrali a carbone fino ad annullarli. Ecco cosa è emerso.

03Le indicazioni dell’Agenzia internazionale dell’energia per azzerare le emissioni

La roadmap dell’Agenzia internazionale fissa oltre 400 tappe per guidare il viaggio globale verso la neutralità climatica. La trasformazione dovrà avere inizio proprio dal sistema energetico, ovvero dal modo in cui l’energia viene prodotta, trasportata e usata a livello globale: per riuscire a portare l’elettricità a circa 785 milioni di persone oggi scollegate dalla rete, lo studio evidenzia la necessità di investire 40 miliardi di dollari l’anno, pari più o meno all’1% della media annuale degli investimenti nel settore energetico. Tra le priorità indicate, la fine degli investimenti in nuovi progetti legati ai combustibili fossili a favore di investimenti maggiori in tecnologie più pulite, in grado di creare nuova occupazione e stimolare la crescita globale. In particolare, la tabella di marcia richiede di installare ogni anno, da qui al 2030, nuova capacità di fotovoltaico pari a 630 gigawatt e nuova capacità di eolico pari a 390 gigawatt: questo significa, solo per il solare, installare circa ogni giorno un parco fotovoltaico esteso quanto il più grande esistente oggi. Un focus specifico è dedicato anche alla mobilità sostenibile, la cui strada appare ben delineata e dominata dall’elettrificazione: la penetrazione dei veicoli elettrici nelle nuove immatricolazioni di automobili dovrebbe passare dall’attuale 5% al 65% nel 2030, fino al 100% nel 2035, anno di completa eliminazione delle auto tradizionali a combustione interna dal mercato delle nuove immatricolazioni. Secondo la Roadmap, entro il 2050 anche il trasporto su ferro dovrebbe essere quasi completamente elettrificato.

04Le previsioni al 2050

Secondo l’Agenzia, entro il 2050 il mondo dell’energia potrebbe essere completamente diverso: la domanda globale di energia dovrebbe essere circa dell’8% minore rispetto ad oggi, ma con un’economia più che doppia e una popolazione con 2 miliardi di persone in più. Quasi il 90% della produzione di elettricità proverrebbe da fonti rinnovabili, con l’eolico e il solare fotovoltaico che insieme rappresenterebbero quasi il 70%. Il solare diventerebbe la più grande fonte di approvvigionamento energetico totale del mondo e i combustibili fossili scenderebbero, da quasi quattro quinti della fornitura totale di energia di oggi, a poco più di un quinto. Il percorso delineato nella roadmap è di portata globale, ma ogni paese dovrà progettare la propria strategia, tenendo conto delle proprie circostanze specifiche: i piani, come specificato dall’Agenzia, devono riflettere i diversi stadi di sviluppo economico dei paesi. L’Aie  si dice pronta a sostenere i governi nella preparazione delle loro tabelle di marcia nazionali e regionali,  per fornire guida e assistenza nella loro attuazione, e a promuovere la cooperazione internazionale per accelerare la transizione energetica in tutto il mondo.

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